A cura della Redazione
Pubblicati i risultati delle analisi effettuate il 29 ottobre scorso sui tre pozzi spia situati all´interno della discarica Sari. La relazione è firmata dal dott. Michele Moscariello, iscritto all´ordine dei chimici della Campania, incaricato dai comuni di Boscoreale e Terzigno di condurre gli accertamenti su eventuali presenze di agenti inquinanti nelle falde sottostanti la discarica ubicata nel Parco Nazionale del Vesuvio. "In tutti i pozzi esaminati - scrive il dott. Moscariello - si ha il superamento dei limiti sia per i fluoruri che per il manganese, mentre nei pozzi a valle si rileva anche il superamento del limite per il ferro. Tali valori e le concentrazioni rilevate, sono tipicamente caratteristici di acque sotterranee di origine vulcanica". Fin qui, dunque, nulla di anomalo. Tuttavia, "anomala è invece la presenza di zinco, nichel, alluminio e boro - scrive ancora l´esperto - nei pozzi a valle". Ad essere particolarmente significativa è la concentrazione di zinco, definita elevatissima, in uno dei pozzi sottoposti ad esame. Contrariamente, a monte, i valori risultano essere normali se non addirittura al di sotto di quelli stabiliti dalla legge. "Tali valori sono congruenti - afferma il dott. Moscariello - anche con i risultati delle analisi svolte dall´ASIA da novembre 2009 a settembre 2010 e dall´ARPAC". Rilevata, inoltre, la presenza di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) nei pozzi a valle, con concentrazione di benzo(a)pirene superiore ai normali livelli. In definitiva, "i dati relativi all´accertamento effettuato in data 29 ottobre 2010, nonché quelli pregressi svolti dall´ASIA - conclude il chimico - evidenziano una contaminazione della falda acquifera profonda". L´esperto sottolinea, però, che "la mancata acquisizione di controlli pregressi, necessari e dovuti circa lo stato di qualità preesistente della falda acquifera prima dell´apertura della discarica, non consente di formulare ipotesi precise sulla fonte della sua contaminazione", anche se le analisi condotte hanno mostrato comunque "il superamento di molti parametri e tra questi quelli di metalli pericolosi e di sostanze fortemente cancerogene. Appare grave - sottolinea Moscariello - ed incomprensibile che non siano state adottate dall´ASIA e dagli organi preposti al controllo tutte le procedure operative previste dall´art. 242 del D. Leg.vo 152/2006. Sono state adottate scelte - conclude - non solo in deroga alle normative vigenti, ma volte anche a compromettere in maniera irreversibile tutta un´area protetta". Infine, si fa riferimento alla necessità di effettuare ulteriori indagini sulla falda. Cosa recita l´art. 242 del D. Leg.vo 152/2006 "Norme in materia ambientale" Al verificarsi di un evento che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, il responsabile dell´inquinamento mette in opera entro ventiquattro ore le misure necessarie di prevenzione e ne dà immediata comunicazione ai sensi e con le modalità di cui all´articolo 304, comma 2. La medesima procedura si applica all´atto di individuazione di contaminazioni storiche che possano ancora comportare rischi di aggravamento della situazione di contaminazione. 2. Il responsabile dell´inquinamento, attuate le necessarie misure di prevenzione, svolge, nelle zone interessate dalla contaminazione, un´indagine preliminare sui parametri oggetto dell´inquinamento e, ove accerti che il livello delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) non sia stato superato, provvede al ripristino della zona contaminata, dandone notizia, con apposita autocertificazione, al comune ed alla provincia competenti per territorio entro quarantotto ore dalla comunicazione. L´autocertificazione conclude il procedimento di notifica di cui al presente articolo, ferme restando le attività di verifica e di controllo da parte dell´autorità competente da effettuarsi nei successivi quindici giorni. Nel caso in cui l´inquinamento non sia riconducibile ad un singolo evento, i parametri da valutare devono essere individuati, caso per caso, sulla base della storia del sito e delle attività ivi svolte nel tempo. 3. Qualora l´indagine preliminare di cui al comma 2 accerti l´avvenuto superamento delle CSC anche per un solo parametro, il responsabile dell´inquinamento ne dà immediata notizia al comune ed alle province competenti per territorio con la descrizione delle misure di prevenzione e di messa in sicurezza di emergenza adottate. Nei successivi trenta giorni, presenta alle predette amministrazioni, nonche´ alla regione territorialmente competente il piano di caratterizzazione con i requisiti di cui all´Allegato 2 alla parte quarta del presente decreto. Entro i trenta giorni successivi la regione, convocata la conferenza di servizi, autorizza il piano di caratterizzazione con eventuali prescrizioni integrative. L´autorizzazione regionale costituisce assenso per tutte le opere connesse alla caratterizzazione, sostituendosi ad ogni altra autorizzazione, concessione, concerto, intesa, nulla osta da parte della pubblica amministrazione. 4. Sulla base delle risultanze della caratterizzazione, al sito e´ applicata la procedura di analisi del rischio sito specifica per la determinazione delle concentrazioni soglia di rischio (CSR). I criteri per l´applicazione della procedura di analisi di rischio sono riportati nell´Allegato 1 alla parte quarta del presente decreto. Entro sei mesi dall´approvazione del piano di caratterizzazione, il soggetto responsabile presenta alla regione i risultati dell´analisi di rischio. La conferenza di servizi convocata dalla regione, a seguito dell´istruttoria svolta in contraddittorio con il soggetto responsabile, cui e´ dato un preavviso di almeno venti giorni, approva il documento di analisi di rischio entro i sessanta giorni dalla ricezione dello stesso. Tale documento e´ inviato ai componenti della conferenza di servizi almeno venti giorni prima della data fissata per la conferenza e, in caso di decisione a maggioranza, la delibera di adozione fornisce una adeguata ed analitica motivazione rispetto alle opinioni d issenzienti espresse nel corso della conferenza. 5 Qualora gli esiti della procedura dell´analisi di rischio dimostrino che la concentrazione dei contaminanti presenti nel sito e´ inferiore alle concentrazioni soglia di rischio, la conferenza dei servizi, con l´approvazione del documento dell´analisi del rischio, dichiara concluso positivamente il procedimento. In tal caso la conferenza di servizi può prescrivere lo svolgimento di un programma di monitoraggio sul sito circa la stabilizzazione della situazione riscontrata in relazione agli esiti dell´analisi di rischio e all´attuale destinazione d´uso del sito. A tal fine, il soggetto responsabile, entro sessanta giorni dall´approvazione di cui sopra, invia alla provincia ed alla regione competenti per territorio un piano di monitoraggio nel quale sono individuati: a) i parametri da sottoporre a controllo; b) la frequenza e la durata del monitoraggio. 6 La regione, sentita la provincia, approva il piano di monitoraggio entro trenta giorni dal ricevimento dello stesso. L´anzidetto termine può essere sospeso una sola volta, qualora l´autorità competente ravvisi la necessità di richiedere, mediante atto adeguatamente motivato, integrazioni documentali o approfondimenti del progetto, assegnando un congruo termine per l´adempimento. In questo caso il termine per l´approvazione decorre dalla ricezione del progetto integrato. Alla scadenza del periodo di monitoraggio il soggetto responsabile ne dà comunicazione alla regione ed alla provincia, inviando una relazione tecnica riassuntiva degli esiti del monitoraggio svolto. Nel caso in cui le attività di monitoraggio rilevino il superamento di uno o più delle concentrazioni soglia di rischio, il soggetto responsabile dovrà avviare la procedura di bonifica di cui al comma 7. 7. Qualora gli esiti della procedura dell´analisi di rischio dimostrino che la concentrazione dei contaminanti presenti nel sito e´ superiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR), il soggetto responsabile sottopone alla regione, nei successivi sei mesi dall´approvazione del documento di analisi di rischio, il progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, e, ove necessario, le ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale, al fine di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente nel sito. La regione, acquisito il parere del comune e della provincia interessati mediante apposita conferenza di servizi e sentito il soggetto responsabile, approva il progetto, con eventuali prescrizioni ed integrazioni entro sessanta giorni dal suo ricevimento. Tale termine può essere sospeso una sola volta, qualora la regione ravvisi la necessità di richiedere, mediante atto adeguatamente motivato, integrazioni documentali o approfondimenti al progetto, assegnando un congruo termine per l´adempimento. In questa ipotesi il termine per l´approvazione del progetto decorre dalla presentazione del progetto integrato. Ai soli fini della realizzazione e dell´esercizio degli impianti e delle attrezzature necessarie all´attuazione del progetto operativo e per il tempo strettamente necessario all´attuazione medesima, l´autorizzazione regionale di cui al presente comma sostituisce a tutti gli effetti le autorizzazioni, le concessioni, i concerti, le intese, i nulla osta, i pareri e gli assensi previsti dalla legislazione vigente compresi, in particolare, quelli relativi alla valutazione di impatto ambientale, ove necessaria, alla gestione delle terre e rocce da scavo all´interno dell´area oggetto dell´intervento ed allo scarico delle acque emunte dalle falde. L´autorizzazione costituisce, altresì, variante urbanistica e comporta dichiarazione di pubblica utilità, di urgenza ed indifferibilità dei lavori. Con il pr ovvedimento di approvazione del progetto sono stabiliti anche i tempi di esecuzione, indicando altresì le eventuali prescrizioni necessarie per l´esecuzione dei lavori ed e´ fissata l´entità delle garanzie finanziarie, in misura non superiore al cinquanta per cento del costo stimato dell´intervento, che devono essere prestate in favore della regione per la corretta esecuzione ed il completamento degli interventi medesimi. 8. I criteri per la selezione e l´esecuzione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale, di messa in sicurezza operativa o permanente, nonche´ per l´individuazione delle migliori tecniche di intervento a costi sostenibili (B.A.T.N.E.E.C. - Best Available Technology Not Entailing Excessive Costs) ai sensi delle normative comunitarie sono riportati nell´Allegato 3 alla parte quarta del presente decreto. 9. La messa in sicurezza operativa, riguardante i siti contaminati con attività in esercizio, garantisce una adeguata sicurezza sanitaria ed ambientale ed impedisce un´ulteriore propagazione dei contaminanti. I progetti di messa in sicurezza operativa sono accompagnati da accurati piani di monitoraggio dell´efficacia delle misure adottate ed indicano se all´atto della cessazione dell´attività si renderà necessario un intervento di bonifica o un intervento di messa in sicurezza permanente. 10. Nel caso di caratterizzazione, bonifica, messa in sicurezza e ripristino ambientale di siti con attività in esercizio, la regione, fatto salvo l´obbligo di garantire la tutela della salute pubblica e dell´ambiente, in sede di approvazione del progetto assicura che i suddetti interventi siano articolati in modo tale da risultare compatibili con la prosecuzione della attività. 11. Nel caso di eventi avvenuti anteriormente all´entrata in vigore della parte quarta del presente decreto che si manifestino successivamente a tale data in assenza di rischio immediato per l´ambiente e per la salute pubblica, il soggetto interessato comunica alla regione, alla provincia e al comune competenti l´esistenza di una potenziale contaminazione unitamente al piano di caratterizzazione del sito, al fine di determinarne l´entità e l´estensione con riferimento ai parametri indicati nelle CSC ed applica le procedure di cui ai commi 4 e seguenti. 12. Le indagini ed attività istruttorie sono svolte dalla provincia, che si avvale della competenza tecnica dell´Agenzia regionale per la protezione dell´ambiente e si coordina con le altre amministrazioni. 13. La procedura di approvazione della caratterizzazione e del progetto di bonifica si svolge in Conferenza di servizi convocata dalla regione e costituita dalle amministrazioni ordinariamente competenti a rilasciare i permessi, autorizzazioni e concessioni per la realizzazione degli interventi compresi nel piano e nel progetto. La relativa documentazione e´ inviata ai componenti della conferenza di servizi almeno venti giorni prima della data fissata per la discussione e, in caso di decisione a maggioranza, la delibera di adozione deve fornire una adeguata ed analitica motivazione rispetto alle opinioni dissenzienti espresse nel corso della conferenza. Compete alla provincia rilasciare la certificazione di avvenuta bonifica. Qualora la provincia non provveda a rilasciare tale certificazione entro trenta giorni dal ricevimento della delibera di adozione, al rilascio provvede la regione.