A cura della Redazione
Completamento del Tribunale e riqualificazione di corso Vittorio Emanuele III. Entrambe le opere pubbliche potrebbero ripartire al più presto. La Prima Sezione del Tar Campania ha accolto, infatti, il ricorso della General Costruzioni, ditta di Quarto incaricata di eseguire i lavori della struttura giudiziaria e dell’arteria stradale cittadina. La General Costruzioni fu colpita, nel 2009, da un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli. A seguito di tale provvedimento, il Comune di Torre Annunziata, ente appaltante, avviò le procedure di revoca dell’affidamento dei lavori. A questo punto, l’impresa si è rivolta al Tar, che avrebbe dovuto vagliare nel merito le obiezioni sollevate dal Prefetto. Cosa che è stata fatta con la sentenza n. 12609/2010, depositata in segreteria lo scorso 7 giugno. Nel dispositivo emesso dai giudici amministrativi, si legge che l’impugnativa della General Costruzioni, avverso al provvedimento della Prefettura “va accolta per difetto di istruttoria e di motivazione”. La vicenda che coinvolge la General Costruzioni trae origine dalla revoca da parte della Società Autostrade Meridionali SpA, dell’affidamento dei lavori inerenti “la manutenzione di fabbricati di stazioni pensiline e piste di esazione pedaggi” sul tratto autostradale Pompei-Salerno. Revoca scaturita proprio dall’interdittiva antimafia. Alla General Costruzioni la Prefettura, in sostanza, imputava di aver acquistato, una sola volta, calcestruzzo da una società del clan camorristico dei Nuvoletta sottoposta a sequestro. Tale circostanza, tuttavia, non sarebbe sufficiente secondo il Tar, dal momento che “un singolo acquisto non può integrare quella cointeressanza economica alla base del pericolo di infiltrazione mafiosa”, si legge nella sentenza. In riferimento, poi, ad altri rapporti con personaggi, per così dire, poco trasparenti e alla presenza nella società edile di alcuni dipendenti con precedenti per reati in materia di stupefacenti, il Tribunale Amministrativo ritiene che questi elementi “assumono rilievo marginale” anche se comunque, sottolinea la sentenza, “concorrono a delineare un contesto familiare e societario poco trasparente, il quale può rappresentare un valido punto di partenza per indagini che dimostrino in modo ragionevole e congruo la possibile interferenza degli ambienti malavitosi sulla gestione della società”. Sta di fatto che a seguito della sentenza del Tar, che annulla l’interdittiva antimafia, la General Costruzioni potrà legittimamente proseguire i lavori che aveva iniziato a Torre Annunziata. In particolar modo, si potrebbe finalmente porre fine ad una querelle che da anni coinvolge il Tribunale oplontino. Una vicenda tribolata, fatta di ricorsi e controricorsi che hanno bloccato, per anni, la realizzazione delle due torri e della cittadella giudiziaria. Difatti, già nel 2003, la ditta Icar aveva ottenuto l’assegnazione dei lavori per il Tribunale, ma l’allora sindaco Francesco Maria Cucolo fu costretto a revocare l’affidamento per inadempienze contrattuali. In seguito ad un nuovo bando di gara indetto dall’Amministrazione comunale, i problemi sorsero nell’individuazione della ditta appaltatrice dei lavori. Infatti, le prime due imprese in graduatoria, la Edil Costruzioni e la Fontana Costruzioni, diedero luogo ad una serie di ricorsi presso il Tar Campania e il Consiglio di Stato, contro le loro rispettive esclusioni dall’appalto. Quando finalmente il Consiglio di Stato sancì, dopo tre anni di contenziosi, la legittimità della Edil Costruzioni ad aggiudicarsi l’appalto, ecco il colpo di scena. Il 9 dicembre 2008 l’Amministrazione comunale convoca la società edile presso la presidenza del Tribunale per procedere alla sottoscrizione del contratto, ma questa non accetta e chiede un lasso di tempo per un’attenta valutazione economica. Il 19 dicembre 2008 la Edil Costruzioni dichiara la sua indisponibilità ad eseguire i lavori, seguita a ruota dalla Fontana Costruzioni. Il resto, è storia recente, con l’affidamento dei lavori per il Tribunale alla General Costruzioni. La quale, nel luglio scorso, ottenne anche l’appalto per il rifacimento delle rampe, dei marciapiedi e del manto stradale di corso Vittorio Emanuele III. Soddisfazione è stata espressa dal primo cittadino, Giosuè Starita: «Senza voler entrare nel merito della decisione dei giudici amministrativi - sottolinea il sindaco - è comunque importante per la città il fatto che al più presto potranno ripartire i lavori di corso Vittorio Emanuele III, con il rifacimento del manto strade, dei marciapiedi e delle rampe. Più in generale, contiamo molto sulla ripartenza di alcune opere infrastratturali di grande importanza, quali la bretella di collegamento porto-autostrada, già in atto, e il Contratto di quartiere uno, con la cui società appaltatrice abbiamo di recente fatto una transazione per la ripresa dei lavori”. Ora, molto probabilmente, il Comune adotterà tutte le procedure per dare inizio ai lavori di pavimentazione lungo il corso Vittorio Emanuele. Entro una quindicina di giorni, infatti, l’arteria principale della città dovrebbe ridiventare un cantiere. DOMENICO GAGLIARDI (dal settimanale TorreSette del 11 giugno 2010)