A cura della Redazione
Pubblichiamo l´esposto-denuncia sulla vicenda del ponte di via Sepolcri e del depuratore Foce Sarno, che Michele Del Gaudio, per conto de La Barca dei Saperi, ha inoltrato al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Diego Marmo. La Barca dei Saperi, gruppo spontaneo di abitanti ed emigrati di Torre Annunziata con lo scopo di raccogliere i suoi saperi e produrne di nuovi; così denominato per l’indissolubile legame della città con il mare, quasi assuma la fisionomia di una barca che ospita persone e saperi e parte per un viaggio di profondo cambiamento; prevede fra i suoi principi fondanti: l’assoluta indipendenza da partiti e istituzioni, la dichiarata esclusione di sbocchi elettorali, l’essenziale partecipazione degli studenti. Al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Esposto Denuncia Oggetto: - Ponte di via Sepolcri: abbattimento e mancata ricostruzione - Depuratore Foce Sarno: mancata messa in funzione Ill.mo Sig. Procuratore, ci rivolgiamo a Lei perché dallo studio che il nostro Gruppo ha effettuato e dalla conseguente assemblea pubblica del 10-5-2010 riteniamo di aver appreso delle notizie di reato in relazione alle vicende in oggetto. Innanzitutto è emerso un tale reticolo di competenze, quasi trenta fra enti e privati, da rendere complicatissima l’individuazione dei colpevoli degli enormi ritardi e dello spreco del denaro dei contribuenti. Ecco perché è necessario l’intervento della Magistratura. Noi cittadini non abbiamo strumenti di indagine. Proviamo a raccontare i fatti. Il Ponte fu abbattuto nel 2006 per consentire l’ampliamento dell’autostrada. Gli abitanti della zona furono avvisati la mattina per la notte. Suscitano già perplessità le modalità di comportamento: Improvvisazione? Urgenza? Effetto sorpresa per mancanza delle autorizzazioni necessarie? Tacito accordo con le autorità competenti? Volontà di evitare controlli amministrativi e democratici? Necessità di creare il fatto compiuto? Noi non lo sappiamo. Sappiamo solo che i lavori di allargamento del manto stradale sono stati completati in breve tempo, mentre il ponte non è stato ancora ricostruito, nonostante siano trascorsi ben quattro anni. Sembra che il viadotto non sia stato riedificato perché, sulle autostrade a sei corsie, ogni ponte dovrebbe essere alto almeno cinque metri rispetto alla carreggiata. Pare che il ponte abbattuto fosse alto poco più di quattro metri, quindi la differenza si sarebbe dovuta colmare abbassando la sede autostradale. Possibilità da escludere in quanto in quel punto specifico passerebbero a circa due metri di profondità la vecchia rete fognaria e ad otto metri le nuove condotte del depuratore. Le vibrazioni del traffico autostradale potrebbero causare lo scoppio della vecchia rete, mentre sarebbe sicura la nuova. L’errore sarebbe quello di aver abbattuto il ponte prima di abbassare il livello dell’autostrada e quindi prima dell’entrata in funzione del depuratore. La ricostruzione del ponte di via Sepolcri e la partenza del depuratore sarebbero quindi strettamente legate, il che avrebbe determinato il ritardo dei lavori. Chiediamo a Lei, Signor Procuratore: È stato elaborato un progetto tecnico per l’abbattimento del ponte e per la sua ricostruzione? Chi lo ha firmato? Chi lo ha approvato? Era previsto nel progetto l’abbassamento della sede autostradale? Gli autori del progetto, e le autorità che lo hanno autorizzato, erano a conoscenza della presenza sotto la sede autostradale delle condotte fognarie e della impossibilità di abbassare la sede autostradale prima dell’entrata in funzione del depuratore? che di conseguenza si sarebbe dovuta rimandare la ricostruzione del ponte fino all’avvio del depuratore? cioè per anni, come è accaduto? Erano consapevoli, chi ha ordinato l’abbattimento del ponte e chi lo ha consentito, del rischio di bloccare per anni un intero territorio, eliminando una arteria stradale essenziale non solo per il traffico, ma anche per il collegamento con l’ospedale e ancora come via di fuga verso il mare in caso di eruzione del Vesuvio? Signor Procuratore, vorremmo sapere almeno questo! Sapere se ci sono persone che hanno commesso reati! Sapere se sapevano e hanno agito lo stesso! Sapere se sapevano e hanno taciuto! Per punirli! Perché non accada più un disastro simile! Sì, perché di disastro si tratta! La vicenda, a nostro parere, potrebbe integrare gli estremi del reato di disastro ambientale a norma degli articoli 422 e seguenti (in particolare 426), 449 e seguenti, 42 del codice penale e delle leggi a tutela dell’ambiente; il reato potrebbe essere doloso preterintenzionale, per avere gli autori accettato il rischio del disastro, o colposo, consumato o tentato. Infatti l’abbattimento del ponte e la sua mancata ricostruzione per ben quattro anni hanno provocato un danno irreparabile all’ambiente e alla incolumità dei cittadini, intesa nel suo significato più ampio. Il disastro è visibile ad occhio nudo: tutti i giorni migliaia di lavoratori, studenti, parenti di defunti, anziani donne, bambini, devono percorrere una lunga e tortuosa strada alternativa, che si allaga ogni volta che la pioggia è intensa, che spesso si blocca per ingorghi di traffico, che rende complesso il collegamento di pronto soccorso con l’ospedale della zona, che isola, in caso di allagamento, centinaia di abitanti, fra cui disabili, pazienti in cura cardiologica, chemioterapica, in dialisi, impedendo loro la terapia per malattie gravissime. E se qualcuno morisse a causa della mancata ricostruzione del ponte o della mancata messa in funzione del depuratore? Non dimentichiamo che un automobilista napoletano è deceduto proprio per annegamento all’uscita dell’autostrada durante un temporale! Sulla interpretazione delle norme citate, va sottolineato che l’interpretazione delle leggi può anche essere estensiva, addirittura evolutiva, tanto che spesso il legislatore ha dovuto approvare nuove norme suggerite dalle innovative sentenze della Magistratura, proprio per adeguare il diritto ad una realtà in continua trasformazione. Aggiungiamo che durante l’assemblea il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, ha affermato, almeno a quanto abbiamo compreso, che una recente esplorazione con un robot ha rilevato che la condotta del depuratore, fra la zona del ponte e il collegamento finale, si restringe alla metà del diametro precedente per un certo tratto; e ciò potrebbe causare danni, in quanto l’acqua viaggerebbe ad una certa pressione nella parte ampia della condotta per poi essere costretta improvvisamente a incanalarsi in una condotta di metà diametro. Altre domande sorgono spontanee: Il progetto prevede questa strozzatura? È tecnicamente coerente ridurre improvvisamente il diametro di una condotta di depurazione? Chi ha redatto il progetto? Chi lo ha autorizzato? E se il progetto non prevedeva la strozzatura, perché è stata fatta? Chi ha eseguito i lavori? Chi li ha autorizzati? Chi li ha controllati? Si tratta di una truffa? Ci sono reati contro la Pubblica Amministrazione? Siamo in presenza di un disastro ambientale potenziale in caso di avvio del depuratore? Siamo in presenza del reato di disastro ambientale tentato, almeno preterintenzionale? E questa ulteriore circostanza ci conduce al Depuratore di Foce Sarno: anni e anni di lavori, esborso di milioni di euro dei cittadini! Qualcuno sostiene che ad oggi sono stati spesi più di cinquanta milioni di euro, noi non conosciamo le cifre esatte, ci limitiamo ad informare la Magistratura e a porre degli interrogativi: Siamo in presenza del reato di disastro ambientale anche in questo caso? Cioè, se costituisce reato provocare un disastro, lo è anche non eliminare un disastro, dopo aver avuto l’incarico di porvi rimedio con un depuratore, che dopo tanti anni non è ancora pronto ed ha ingoiato somme considerevoli? E questi milioni di euro sono stati spesi in maniera legale? I finanziamenti sono stati gestiti correttamente? Ci sono stati errori di progettazione sospetti? Ci sono stati autorizzazioni e controlli sospetti? Esecuzioni di lavori errate? Ogni singolo lavoro è stato eseguito secondo la legge ed i progetti? Ogni singolo lavoro è stato controllato e collaudato a norma di legge? Ci sono lavori controllati e collaudati che sono stati eliminati o rieseguiti perché errati? Ci sono stati subappalti? Sono stati gestiti in modo lecito? Risulta il coinvolgimento della criminalità economica e della camorra, come nel caso dello scandalo dei rifiuti? Occorrerebbero indagini incrociate a livello bancario, societario, immobiliare, per smascherare eventuali intrecci criminali fra titolari di funzioni pubbliche e soci e personale di ditte appaltatrici o subappaltatrici, ecco perché affidiamo a Lei, Signor Procuratore, le nostre parole sperando che possa tradurle in fatti. Ci rivolgiamo a Lei in perfetta buona fede, senza alcun intento calunniatorio, nella consapevolezza che potrebbe non essere alcuna condotta delittuosa, ma in base al diritto dovere del cittadino di comunicare alla Magistratura le notizie di reato di cui viene a conoscenza, anche in mancanza di prove o di gravi indizi. Chiediamo quindi che vengano accertati eventuali reati di disastro ambientale, malversazione, peculato, corruzione, abuso d’ufficio, omissione di atti di ufficio, truffa aggravata o qualunque altro si ritenga di contestare, nonché la punizione esemplare dei colpevoli. Ricordiamo che per i reati tentati la legge prevede il cosiddetto ravvedimento operoso. Ne tengano conto gli enti e i privati coinvolti: se hanno sbagliato, possono dimostrare che hanno ancora un po’ di coscienza! Ci riserviamo di esercitare tutti i diritti previsti dalla procedura penale e civile. Ci fidiamo di Lei, Signor Procuratore, ci fidiamo della Magistratura, a cui abbiamo espresso piena solidarietà, a seguito delle minacce camorristiche, con l’affollata manifestazione del 25 aprile scorso. La Primavera di Torre è iniziata! Con gratitudine, Per La Barca dei Saperi Michele Del Gaudio