A cura della Redazione
Sulle Zone franche urbane Sergio Chiamparino bussa alla porta di Tremonti e Scajola: l´obiettivo è quello di sedersi al tavolo delle regole, quello che dovrà disciplinare i limiti e le modalità di applicazione delle esenzioni fiscali. Nella sua lettera, il presidente dell´Anci, l´associazione nazionale dei comuni, sollecita «l´adozione del decreto attuativo da parte del ministro dell´Economia» poche settimane dopo l´approvazione del Milleproroghe, che ha dato il via libera definitivo alla versione iniziale sulle Zone franche urbane (Zfu). Sebbene il ministro Tremonti abbia imposto un tetto di spesa di 100 milioni. Poi Chiamparino sottolinea che per assicurare un´ottimale sperimentazione dello strumento è auspicabile «lavorare d´intesa con i ministeri competenti, al fine di definire le migliori condizioni per un´applicazione efficace sul territorio di questo importante strumento». Una richiesta legittima da parte dell´Anci, ente di mediazione anche nelle Zfu. E in effetti la normativa sulle Zone franche ha segnato «fin dalla fase istruttoria, un percorso virtuoso di relazioni inter-istituzionali nella procedura di individuazione e approvazione dei relativi progetti di intervento urbano». Tuttavia il feeling che si era finora manifestato tra ministero dello Sviluppo economico e comuni non sembra ripetersi, almeno nella stessa misura, con il ministero dell´Economia che, comunque, sarebbe pronto a firmare il decreto applicativo. Forse questo dipende anche dalla linea adottata da Tremonti durante l´iter parlamentare: avrebbe preferito limitare le esenzioni soltanto all´Ici e poco altro. Secondo alcuni sindaci delle Zfu le risorse, 100 milioni, alla fine potrebbero risultare largamente insufficienti, ma tutti hanno concordato che fosse più importante salvare la sperimentazione dell´istituto. Tranne poi, in un secondo tempo, puntare a un rafforzamento della dote finanziaria, magari con lo sblocco dei Fas, i Fondi delle aree sotto-utilizzate, nella disponibilità della presidenza del Consiglio. Dal punto di vista tecnico, i Comuni non giocherebbero nessun ruolo nel meccanismo delle agevolazioni previste, perché «l´esenzione per le imprese delle Zfu – osserva Francesco Monaco, responsabile dell´Area Mezzogiorno dell´Anci – scatterebbe automaticamente, previa verifica dell´Agenzia delle entrate». Gli enti locali invece entrerebbero nei tavoli di monitoraggio delle Zfu, previsti dalla legge, che avranno il compito di verificare l´avvio del processo virtuoso con la riduzione della disoccupazione e, più in generale, dell´arretramento del disagio socio-economico.