A cura della Redazione
Contratto d’area riveduto e corretto? E’ questa l’ipotesi avanzata dai sindaci di Torre Annunziata e di Castellammare di Stabia in Regione in occasione della riunione del Comitato per lo Sviluppo economico. Presenti i due primi cittadini Giosuè Starita e Salvatore Vozza, insieme al governatore Antonio Bassolino, agli assessori Andrea Cozzolino, Enrico Cascetta e Angelo Montemarano. In discussione la grave crisi occupazionale che ha investita l’area torrese-stabiese, dove il tasso di disoccupazione raggiunge una media di quasi il 40 per cento. Il contratto d’area, quindi, come strumento economico per creare nuovi posti di lavoro? “E’ un’ipotesi, purché si faccia tesoro degli errori commessi in passato” - è il commento del sindaco Starita. E i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, concordano. “A distanza di dieci anni dall’inizio della deindustrializzazione - dicono -, registriamo un bilancio disastroso. Delle aziende che si sono insediate, alcune sono fallite, altre sono andate via, alcune hanno rinunciato, altre ancora non hanno rispettato il programma soprattutto sul piano occupazionale, a dimostrazione che per molti l’interesse era solo speculativo”. Il sindaco Starita, alla fine dell’incontro, si dice soddisfatto della riunione con Bassolino. “C’è la massima disponibilità da parte della Regione - afferma - a dare il suo fattivo contributo per risollevare le sorti della nostra città. Bisogna avere, però, la capacità di ragionare in prospettiva. Le priorità a Torre sono la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo dell’attività industriale e portuale. A ciò - prosegue - va aggiunta una riqualificazione urbana necessaria per migliorare la nostra vivibilità. E su questo versante, si possono sfruttare importanti strumenti, quali la zona franca urbana e la riqualificazione del Quadrilatero delle Carceri”. La Regione sembra essere ben disponibile a venire incontro alle esigenze della città oplontina. Infatti, sarebbe nell’intenzione del governo regionale stanziare la somma di 10 milioni di euro per riqualificare uno dei quartieri roccaforte della criminalità organizzata: il Quadrilatero delle Carceri. A ciò si aggiungerebbe un altro cospicuo finanziamento per il dragaggio del porto torrese, attualmente sfruttato solo al 20 per cento delle sue potenzialità a causa dell’insabbiamento dei suoi fondali. Ciò, però, presupporrebbe la gestione del porto oplontino da parte dell’Autorità portuale di Napoli. “Il nostro obiettivo - dichiara un dirigente dell’Ente napoletano - sarebbe quello di razionalizzare le funzioni dei principali porti della provincia senza escludere una riflessione seria sulle sinergie e sulle potenzialità del settore della cantieristica nei tre scali di Napoli, Castellammare e Torre Annunziata. E’ chiaro che Castellammare, grazie anche alla vicinanza alla costiera sorrentina, dovrà potenziare il suo ruolo di porto delle crociere. Per Torre Annunziata, grazie al miglioramento dei collegamenti viari dovuti alla nuova arteria autostradale che dovrà essere costruita, e che collegherà direttamente il porto all’A3, si potrà puntare come porto delle autostrade del mare e in parte anche commerciale”. ANTONIO GAGLIARDI