A cura della Redazione
I due amori di Aurelio «Sono molto emozionato per aver ricevuto il massimo riconoscimento di eccellenza nel lavoro per la mia attività in campo cinematografico. Mio zio Dino aveva ricevuto questa onoreficenza negli anni ‘60, a me è stata attribuita negli anni 2000. Mi auguro che anche i miei figli sappiano continuare questa tradizione iniziata dalla mia famiglia settant’anni fa». Queste parole sono state pronunciate da un noto personaggio il 30 ottobre scorso, in occasione della consegna delle insegne di Cavaliere del Lavoro, titolo che ha ricevuto direttamente dalle mani del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Ma di chi stiamo parlando e perchè proprio nella rubrica “Torresi nel mondo”? Lasciamo indovinare ai lettori di chi si tratta citando un’altra frase detta dalla stessa persona sempre in quella occasione. «Lo scudetto? Lo sa solo Dio... Per ora mi accontenterei di conquistare un posto in Uefa». A questo punto tutti avranno capito che solo una persona poteva amare il cinema e il Napoli allo stesso modo e con la stessa passione, tanto da investire in questi due settori i suoi soldi: Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico e presidente della Società Sportiva Calcio Napoli. Torrese doc, è nato nella nostra città il 24 maggio del ‘49 (tra sei mesi compirà sessant’anni). E’ sposato con la cittadina svizzera Jacqueline Baudit ed ha tre figli: Luigi, Valentina ed Eduardo, il primo dei quali collabora con lui dal 2004. Già all’età di ventisei anni fonda la Filmauro, società leader nella produzione e distribuzione cinematografica sia italiana che internazionale, con il padre Luigi (lo zio è il famoso Dino De Laurentiis, anche lui torrese e di cui abbiamo parlato in questa rubrica due numeri fa). In oltre trent’anni ha prodotto più di quattrocento film, ma il principale merito di Aurelio De Laurentiis è stato quello di essere l’ideatore di cicli di film di grande successo, che si sono sempre classificati ogni anno tra i primi cinque migliori incassi. Infatti oltre al ciclo “Amici miei”, la sua produzione cinematografica si è caratterizzata innanzitutto per “i film di Natale”, come “Natale sul Nilo, in India, a Miami, a New York”. Oltre a far ridere generazioni di italiani, Aurelio De Laurentiis si è anche impegnato nella produzione di film come “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli, “Maccheroni” di Ettore Scola, “Il testimone dello sposo” di Pupi Avati, “Il mostro” di Roberto Benigni, “Tacchi a spillo” di Pedro Almodovar, “Il figlio della pantera rosa” di Blake Edwards. E il suo attivismo lo ha spinto anche ad essere coproduttore di film stranieri, sia francesi come “Sta zitto non rompere”, “I fiumi di porpora”, “Gli angeli dell’apocalisse” e sia americani come “Sky captain and the world of tomorrow” con Angelina Jolie. Molti anche gli incarichi e i riconoscimenti per lui. Dal ‘93 al 2003, Aurelio De Laurentiis è stato presidente della Federazione Mondiale Produttori (ne è ancora presidente onorario a vita). Nel 2002 è nominato in Francia “Officier” dell’ordine della Arti e delle Lettere, nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo nomina Grand’Ufficiale della Repubblica e quest’anno Giorgio Napolitano lo ha nominato Cavaliere del Lavoro. Quanto ai premi ne riceve uno, nel 2000, al Festival Internazionale del Cinema di Palm Springs e nel 2002 ottiene il premio dedicato a Vittorio De Sica. Nel 2003 la tradizionale “power list” del cinema italiano, stilata ogni anno da Ciak e Box Office mette al primo posto Aurelio De Laurentiis. Nel 2005 riceve il Nastro d’Argento come miglior produttore per “Che ne sarà di noi” e “Tutto in una notte” e sempre nello stesso anno ottiene la Grolla d’oro al Premio Saint Vincent per tre film tra i quali “Christmas in love”, vince il Ciak d’oro per “Manuale d’amore” e il Nastro d’Argento come miglior produttore (lo ottiene di nuovo nel 2008 con “Grande, grosso e Verdone”), mentre la rassegna del Cinema Italiano ad Assisi è dedicata completamente a lui. E infine il film da lui prodotto “Crash, contatto fisico” ottiene il premio Oscar nel 2006 come miglior film, migliore sceneggiatura originale e miglior montaggio ed anche il David di Donatello come miglior film straniero. Attualmente la sua attenzione è rivolta al best seller di Giorgio Faletti “Io uccido”, che vorrebbe trasformare in un film di successo come è stato il libro. Nel 2004 rileva il Napoli Soccer, dopo il fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli e la retrocessione in serie C (attuale Lega Pro). E dopo quattro anni conquista la promozione in A nel 2007 (l’anno prima, in B, il Napoli aveva riacquistato la sua vecchia denominazione). Ora gli “azzurri”, grazie ad Aurelio De Laurentiis, sono ritornati ad essere una squadra forte e temibile in grado di competere ad armi pari con le “grandi” e i tifosi napoletani hanno ripreso a sognare. E concludiamo questo articolo proprio con una dichiarazione del noto produttore cinematografico sul Napoli, di cui è non solo il presidente ma anche il proprietario: «Ho compiuto un atto d’amore e sono stato ampiamente ripagato». SALVATORE CARDONE