A cura della Redazione
Frosi denuncia: «C´è il pizzo sugli affitti» Pizzo sugli affitti di casa. E’ il nuovo business della criminalità organizzata dell’area torrese-stabiese. «Ci sono giunte diverse segnalazioni in questo senso - denuncia il presidente dell’associazione Alilacco-Casa della solidarietà Amleto Frosi -. La camorra, ormai, mette le mani nelle tasche dei comuni cittadini. Siamo arrivati al limite. Chi cede alle pressioni è costretto a sborsare una percentuale sul canone che percepisce dai propri inquilini». Le dichiarazioni, forti, arrivano nel corso di un incontro che si è svolto nell’aula magna dell’Iti Marconi, cui hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Tribunale di Torre Annunziata Antonio Greco, il sindaco Giosuè Starita, gli assessori Tommaso Solimeno, Ciro Alfieri, Vincenzo Angellotti, il docente universitario Salvatore Prisco e la professoressa Angela Villani, vedova dell’imprenditore Luigi Staiano, assassinato perché non si era voluto piegare allo strapotere delle cosche. Frosi ha precisato di non aver intenzione di creare facili sensazionalismi, ma di voler lanciare un messaggio alle vittime: «Non piegatevi alla volontà dei signori del pizzo, denunciate alla magistratura e alle forze dell’ordine, perché, senza il vostro aiuto, questo meccanismo perverso non si potrà mai fermare». La relazione del presidente dell’Alilacco-Casa della solidarietà, intervenuto alla presentazione del video girato in occasione della partecipazione degli studenti dell’istituto tecnico al “Compa” di Bologna, ha dato ulteriore slancio al dibattito, seguito con crescente attenzione dalla platea scolastica e da numerosi esponenti della società civile e del mondo dell’associazionismo. «Pensavamo - ha detto - di sapere tutto, invece i clan sono andati oltre le più pessimistiche previsioni». In una città in cui le cosche in guerra tra loro non hanno esitato a chiedere il pizzo all’impresa che doveva installare le luminarie per la festa patronale della Madonna della Neve, quella del racket sugli affitti è solo l’ennesima storia di sopraffazione. «Non mi meraviglierei se qualcuno si presentasse alle famiglie che abitano nei condomini e nei parchi residenziali a chiedere un obolo per la tranquillità degli immobili e delle auto», spiega Frosi. Di fronte ad un fenomeno del genere l’unica strada praticabile è quella della denuncia. All’associazione di cui Frosi è presidente giungono, ogni giorno, decine di richieste di aiuto, anche attraverso il numero verde 800406600 istituito per fornire informazioni. «Ci vuole - conclude - uno scatto di orgoglio di tutti per il bene di questa città». CARMINE ALBORETTI