A cura della Redazione
Matilde Sorrentino, il coraggio di una madre "Mamma coraggio" ricordata con una solenne cerimonia religiosa. Nel quarto anniversario della tragica morte, l’Amministrazione comunale commemora Matilde Sorrentino con una Santa Messa celebrata nella Parrocchia di S. Alfonso de´ Liguori nel cuore di Torre Centrale, officiata dal parroco don Franco Gallo e dai sacerdoti don Pasquale Elia e don Antonio Carbone, dell’Istituto dei Salesiani della città. Presenti, oltre al sindaco Giosuè Starita e all’assessore alle Politiche Sociali Ciro Alfieri, anche una folta rappresentanza di consiglieri comunali, della Giunta ed il comandante dei Vigili Urbani Salvatore Visone. Hanno aderito con la loro commossa partecipazione anche una rappresentanza in divisa della Guardia Costiera, dei sindacati CGIL, CISL e UIL settore pensionati, delle Associazioni AUSER, Casa di Solidarietà di Lello Marano, della Casa di accoglienza "Matilde" dei Salesiani ed Amleto Frosi, responsabile dell’Associazione Antiusura e Antiracket. "Non siamo in molti a questa celebrazione - ha dichiarato durante l’omelia il parroco don Franco -. Noi gridiamo no alla violenza e no alla brutalità". Ricordando, infine, le altre vittime di una “violenza inaudita” don Gallo ha pregato "con la speranza che il loro sacrificio sia da intercessione col Signore". Le voci del coro e il suono di un organo hanno incorniciato con profonda religiosità l’intera celebrazione eucaristica che si è conclusa con la deposizione di un omaggio floreale sull’altare della Chiesa da parte dell’Amministrazione Comunale. Il primo cittadino, in questa occasione, ha pronunciato un breve ma determinato discorso. Il ricordo del "coraggio di Matilde", il "sacrificio di altri concittadini interrotti anch’essi da mano brutale", il ribadire il "no di una città alla violenza" e la "solidarietà come segno di rinascita" sono stati alcuni dei punti salienti su cui si è soffermato Starita, ricevendo un lungo e sentito applauso da parte dell’intera assemblea alla fine del suo intervento. L’assessore Alfieri, intrattenendosi con la stampa, ha pronunciato anch’egli parole forti e piene di sensibilità per Matilde, la mamma coraggio. "Una donna umile e semplice che è morta già dieci anni fa quando ha appreso le sofferenze del figlio - ha dichiarato Alfieri -. Voleva difenderlo a tutti i costi ma soprattutto difendere i valori e la dignità. Come donna ha resistito ed è morta proprio per il suo coraggio. La nostra iniziativa - ha concluso l’amministratore - è stata intrapresa per scuotere le coscienze della società civile e fare fronte comune, con l’Amministrazione Comunale in prima linea, contro ogni forma d’illegalità, di sopruso e di violenza". Paolo Borrelli