A cura della Redazione
Ecco il testo della lettera scritta dagli studenti delle scuole superiori di Torre Annunziata e letta domenica sera durante la messa celebrata da don Ciro Cozzolino, nella chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio: “Cammino per la strada, scruto i raggi del sole, che si rispecchiano nella brezza mattutina, sento gli uccelli cinguettare: una dolce melodia. Mi fermo, chiudo per un attimo gli occhi. Mi ritrovo bruscamente in una realtà crudele e capisco che il mio era solo un sogno. Vedo cumuli di rifiuti, che ingorgano le strade impedendo il passaggio, auto parcheggiate in doppia fila, motorini, che scorazzano all’impazzata… E’ pomeriggio; chiamo i miei amici per organizzare la serata, ma come al solito non sappiamo cosa fare. Non c’è un luogo di ritrovo, un locale, dove poter trascorrere il tempo facendo amicizia… Continuo ad addentrarmi giù per il Corso, ormai è sera. Comincio ad intravedere una schiera di motorini, che mi abbagliano con le luci dei fari. Qui sono appostati dei ragazzi, che vedendomi arrivare si insospettiscono, come se la mia presenza lì non fosse gradita. Una persona mi invita ad allontanarmi per il mio bene…Tutto ciò senza un motivo, senza sapere realmente quale possa essere stato il mio errore. Forse quello di camminare in un luogo, dove, purtroppo, le leggi sono diverse, dove uno sguardo può facilmente essere frainteso e ritenuto invadente, dove una semplice parola può scatenare un putiferio e segnare il destino di un comune cittadino. Allontanandomi cerco un luogo, dove riflettere, ormai sconvolto da questa cruda realtà. Mi ritrovo nelle vicinanze del porto…lì, dove c’è una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli. Guardo il mare calmo e le luci dei fari, che si lanciano sfavillanti sulle sue onde…dolcemente…proprio come se danzassero in uno spettacolo, che ti trascina con sé, che ti invita a sognare. Allora chiudo gli occhi e comincio ad immaginare, viaggiando indietro nel tempo, quando Torre era una città importante, famosa per il suo porto e i suoi pastifici, per i locali alla moda, dove i giovani trascorrevano le loro serate. Una città viva, che brillava di luce propria, dove potevi camminare a testa alta, senza aver paura di nessuno…Quel nessuno, però, con gli anni, è diventato il re…ha distrutto tutto…ci ha reso la vita impossibile, ci costringe a vivere nella paura, facendo leva su quel muro di omertà, che circonda la nostra città. Un muro, che, purtroppo, abbiamo costruito noi stessi, ognuno poggiando il proprio mattone, senza dar conto alle conseguenze, ritenute ormai tragiche. Noi quindi dobbiamo rimboccarci le maniche, impugnare pala e martello per ricostruire un nuovo muro, tassello su tassello, in cui poter vivere liberi, senza timori di sorta, dove l’aria saprà di giustizia e legalità e non avrà questo cattivo odore di “malvagità”. Dobbiamo svestire gli abiti di inutili spettatori. Non dobbiamo più rivangare gli errori passati, ma dobbiamo cambiare il presente e costruire il futuro con delle basi solide su cui poggiarsi per creare una nuova città, di cui saremo fieri cittadini. Questa vera e propria missione può essere portata a termine solo con l’apporto di tutti coloro che hanno a cuore il destino di Torre, a partire proprio da noi studenti, che rappresentiamo l’arma in più da impugnare in questa battaglia di cui non saremo sicuri vincitori, ma almeno degni combattenti” Gli studenti dell’ISIS “Pitagora” in collaborazione con i rappresentanti dell’ ITCG "Cesaro” e ITIS ”Marconi"