A cura della Redazione
Commercio a Torre: che fatica! Il commercio a Torre Annunziata. Un volano per l’economia locale, nonostante i mille problemi che investono il nostro territorio. Tra i tanti, la congiuntura sfavorevole dovuta alle tante famiglie meno abbienti che vivono con un reddito che difficilmente raggiunge i mille euro al mese. E poi l’emigrazione di tanti giovani, per lo più diplomati e laureati, verso le regioni del centro-nord d’Italia. Una “fuga” che oltre a privare la città di un potenziale reddito futuro, la priva di quelle intelligenze che l’aiuterebbero a risollevarsi dal degrado socio-culturale in cui è piombata. Dicevamo delle difficoltà. Maggiori per i commercianti di Torre sud, il cuore pulsante della Torre degli anni ‘60, dove oggi il degrado si può toccare veramente con mano, un po’ meno per quelli di Torre nord, che possono giovarsi di una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Ma quanti sono gli operatori commerciali attivi in città? Secondo uno studio di settore effettuato l’anno scorso dall’assessorato al commercio del comune oplontino., alla fine del 2005 erano presenti sul territorio 943 imprese, di cui 835 commerciali, 35 operanti nel campo della ristorazione, 71 bar. Ma se a queste si aggiungono 312 imprese artigianali, appare evidente che ci troviamo al cospetto di grandi numeri. Secondo sempre lo stesso studio, erano circa 2.500 gli operatori impiegati in questo settore, senza contare i lavoratori in nero. Dal 2000 al 2005 vi è stato un incremento, tra aperture e chiusure, di 157 imprese commerciali, con un picco nel 2004 di 89 nuove aziende; dal 2006 questo trend è in controtendenza, con un saldo negativo: più chiusure rispetto alle aperture. E’ difficile ricercare i motivi di questa involuzione, soprattutto quando si prende in considerazione un periodo di tempo così limitato (un anno). Ma prendiamo ora in considerazione le attività commerciale/artigianali che hanno aperto i battenti usufruendo dei contributo per il fitto. Dal 1999 ad oggi nella zona sud si sono aperte 109 nuove attività e dismesse 11. Dal 23 luglio del 1999, data della prima richiesta di contributo, al 16 aprile 2007, data dell’ultima istanza, sono state presentate all’Ufficio Commercio 109 richieste di contributo, di cui 65 liquidate e 16 respinte per mancanza di requisiti. Attualmente attendono di essere liquidate ulteriori 28 istanze. Su 109 aperture, quindi, solo 11 hanno dismesso l’attività, pari ad una percentuale del 10 per cento. Complessivamente il Comune ha erogato una somma pari a 282.800 euro in sette anni. Nello stesso periodo, ma in altre zone della città, quelle non sottoposte alle agevolazioni, le aperture sono state 531, con una dismissione di 195 attività, pari al 36,7 per cento. Una percentuale molto più alta rispetto a quelle dismesse nella zona sud della città. Ciò potrebbe significare che i contributi iniziali date alle piccole imprese aiuta loro a sopravvivere di più nel corso degli anni. Certo pensare che la concessione dei contributi sia la panacea per risolvere i problemi del commercio a Torre Annunziata, è pura fantasia. Se non si garantisce un minimo di sicurezza, di vivibilità e di infrastrutture, le attività che operano in una zona così disagiata, difficilmente potranno sopravvivere nel tempo. Questo è come la pensiamo noi. Ma vediamo cosa hanno da dire i diretti interessati. Ne abbiamo intervisto tre, tutti della zona sud di Torre. “Svolgo l’attività commerciale da oltre 25 anni - ci dice C.G., operatore nel campo dell’alimentazione - e il mio esercizio si trova nella cosiddetta zona sud, a poca distanza da piazza Ferrovia. Di giorno non ci possiamo lamentare, ma appena fa buio cala il coprifuoco e rimane pochissima gente per strada. Noi commercianti ci facciamo compagnia a vicenda e ad una certa ora chiudiamo tutti contemporaneamente». “Io ho aperto l’attività con i contributi del Comune - ci dice Luigi - e devo dire onestamente che questo fatto mi ha aiutato non poco per i primi due anni. L’alternativa era emigrare a Milano, dove già vive una mia sorella. Se solo potessimo avere una presenza costante delle forze dell’ordine, già sarebbe un bel passo in avanti. Quaggiù vive tanta brava gente, ma di sera si rintana nelle case e non esce». C’è poi chi crede alla rinascita di Torre, in barba alla delinquenza. “Io ho investito in questa parte della città - ci dice P.D. - e mi faccio un sedere così da mattina a sera. Ho anche tre dipendenti che lavorano con me. Cosa chiedo alle istituzioni? Che ci siano più vicini e non ci tartassìno con le imposte. E poi vorrei porre una domanda al sindaco Starita: “Non si possono differenziare le tasse? Secondo me, Noi di Torre sud dovremmo pagare molto di meno rispetto a quelli di nord, non le pare?”. DOMENICO GAGLIARDI