Bruciato un manichino di cartone con le sembianze del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L'episodio è accaduto ieri durante una manifestazione in piazza a Roma.

Il fatto è stato ripreso dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’incontro al Quirinale con un gruppo di giovani studenti. “Si assiste a una intollerabile serie di manifestazioni di violenza - afferma Mattarella -. Insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese, più volte della stessa Presidente del Consiglio, alla quale va espressa piena solidarietà”.

Il Capo dello Stato ha poi aggiunto che “il confronto politico, la contrapposizione delle idee e delle proposte, la competizione, anche elettorale, ne risultano mortificate e distorte”.

L' "attacco della Meloni al governatore De Luca sull'utilizzo dei Fondi di coesione

Neppure ha finito di esternare le sue preoccupazioni, che Mattarella ha dovuto assistere all'attacco "colorito" della premier nei confronti del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca circa l'utilizzo dei Fondi di coesione. "Se uno guarda l'utilizzo dei Fondi, in Campania ho trovato la festa del fagiolo e della patata, la rassegna della zampogna, la festa del caciocavallo podolico, la sagra dello scazzatiello. Mi chiedo se queste siano le priorità. Spendere i soldi in modo più strategico può dare risultati migliori", ha detto nella trasmissione "Porta a Porta" di Bruno Vespa.

La controreplica del presidente della Regione Campania

Immediata controreplica del governatore De Luca. "Non possiamo dare spazio a chi adotta uno stile da stracciarola, fatto di volgarità, approssimazione, arroganza e mistificazione. Dobbiamo evitare di dare spazio a questi atteggiamenti. Le cose che riguardano la Campania si decidono a Napoli e non a Roma e men che mai nelle stanze del presidente del Consiglio". 

Ci avviciniamo a grandi passi al momento elettorale e questi accadimenti mortificano il dibattito sulle idee e le proposte politiche di ciascuna delle parti; una politica meno aggressiva nelle sue espressioni e nei toni verbali sarebbe un viatico naturale per un confronto sulla progettualità e sulle proposte politiche in una sana dialettica democratica.