A cura della Redazione
«Garantire subito la piena trasparenza degli atti della commissione d´accesso e della Prefettura». E´ la richiesta del deputato Arturo Scotto di Sinistra Ecologia e Libertà, dopo che l´esposto dell´ex magistrato Michele Del Guadio alla Procura della Repubblica oplontina ha sollevato un polverone di critiche e polemiche in merito ai documenti prodotti dalla commissione prefettizia, insediatasi per alcuni mesi a Torre Annunziata lo scorso anno, e dai quali non è scaturito lo scioglimento del Consiglio comunale per condizionamento camorristico. In una nota, Sel denuncia una serie di episodi e situazioni «paradossali» che avrebbero, invece, dovuto determinare la fine anticipata dell´Amministrazione. I vendoliani, inoltre, invitano il sindaco Giosuè Starita a rendere pubblica una (presunta) seconda lista di raccomandazioni del Prefetto di Napoli (una prima conterrebbe riferimenti «ai mancati abbattimenti degli abusi edilizi ed ai lavori di piazza San Luigi nel rione Carceri») «in cui, secondo alcune indiscrezioni, si parlerebbe anche di una serie di appalti ed incarichi che l’ente avrebbe dato tra il 2007 e il 2009», si legge nella nota di Sel. «Già nel luglio del 2013 - scrive l´on. Scotto - avevo presentato un´interrogazione parlamentare per segnalare una serie di avvenimenti estremamente gravi e chiedere al Ministero di assumere iniziative per prevenire eventuali forme di condizionamento degli amministratori che potessero compromettere il buon andamento dell´amministrazione ed il regolare funzionamento dei servizi alla stessa affidati, senza ricevere ancora risposta. Per questi motivi - prosegue il deputato - ho deciso di presentare un´ulteriore interrogazione al Ministro dell´Interno per chiedere se risponda a verità l´esistenza di una seconda lista di raccomandazioni consegnata dal Prefetto al sindaco di Torre Annunziata in via privata, quali motivazioni abbiano giustificato la non pubblicazione di tale documento, di rendere pubblici tutti gli atti prodotti dalla Commissione d´accesso e di fare lo stesso con questo documento “privato”, a meno che tale scelta non sia giustificata da serie questioni di sicurezza o ordine pubblico».