A cura della Redazione
Papa Benedetto XVI si è dimesso. Casi simili in 2000 anni di storia Papa Benedetto XVI si è dimesso. «Lo faccio per il bene della Chiesa - ha detto -. La notizia, arrivata come un fulmine a ciel sereno e ancora in attesa di aggiornamenti, mentre la rinuncia al pontificato fa sorgere moltissime domande: lo può fare? E cosa succede ora? Qualche informazione utile può arrivare dai pochi precedenti: Clemente I: sul quarto papa della storia cristiana non ci sono molte fonti (secondo alcune era membro della dinastia dei Flavi e parente dell’imperatore Domiziano), e non si sa con certezza neppure l’anno di inizio del pontificato, anche se si tende a collocarlo nel 92 dopo Cristo. Apparterrebbe a lui la prima abdicazione della storia, nel 97 d.C., dovuta a cause di forza maggiore. Clemente venne esiliato dall’imperatore Traiano, e il posto di pontefice venne preso da Evaristo I. Le fonti però non sono concordi, in quanto per molti secoli si ritenne che Clemente venne martirizzato ed Evaristo prese il suo posto solo dopo la morte, avvenuta tra il 99 e il 101 d.C. Ponziano: caso simile fu quello di Papa Ponziano, pontefice dal 230 al 235. Pochi mesi prima della sua morte, sottoposto a persecuzioni da parte dell’imperatore Massimino Trace, abdicò per permettere l’elezione di un nuovo pontefice. Morì due mesi dopo. Benedetto IX: caso particolare quello di Benedetto IX, che fu papa per tre volte tra il 1032 e il 1048. Eletto per la prima volta giovanissimo (secondo alcune fonti aveva undici anni), fu detronizzato per qualche mese, poi riconquistò il soglio papale ma lo vendette al suo padrino pochi mesi dopo. Infine lo riottenne per la terza volta, ma infine fu scomunicato per simonia e costretto definitivamente a lasciare il papato. Celestino V: è il caso più celebre, nonché quello più calzante, di dimissioni di un Papa. Eremita e asceta, Pietro da Morrone venne eletto Papa a sorpresa nel 1294 dopo più di un anno di sede vacante, quando era già in età avanzata. Dopo quattro mesi di pontificato, caratterizzati da un’indulgenza plenaria e da un Concistoro, Celestino V annunciò le dimissioni. Per farlo, emanò una bolla papale (di cui però si sono perse le tracce e che molti storici mettono in dubbio) riprendendo la formula delle rinunce episcopali. Indisse il nuovo conclave, che elesse Bonifacio VIII. Questi decise di porre Celestino V sotto custodia, per evitare che venisse rapito e rimesso sul trono da cardinali filo-francesi. Celestino passò il resto della sua vita da prigioniero, e Dante nella Divina Commedia lo mette nel girone degli ignavi nell’anti-inferno come colui “che fece per viltade il gran rifiuto”. Gregorio XII: dobbiamo arrivare al 1415 per avere l’ultima abdicazione papale. Gregorio XII era stato eletto nel 1406 mentre ad Avignone regnava l’anti-Papa Benedetto XIII, a seguito dello scisma d’Occidente dopo la cattività avignonese. Per risolvere lo scisma venne indetto il Concilio di Costanza. Questo concilio rimosse Benedetto XIII ma, per arrivare a una pacificazione, Gregorio XII rassegnò le proprie dimissioni per poter indire un conclave a cui far partecipare tutti i cardinali, anche quelli che avevano aderito allo scisma. Gregorio XII passò gli ultimi due anni della sua vita in solitudine ad Ancona, e il suo successore Martino V coniò per lui il titolo di Pontefice emerito.