A cura della Redazione
Lettera aperta di Nicola Carillo, presidente del Laboratorio Informare per Formare, al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente Vincenzo Ascione, al Presidente della Oplonti Multiservizi Michele Cuomo, all’Amministratore Delegato della Oplonti Multiservizi Vincenzo Sica e a tutti quelli che giocano con i soldi dei Contribuenti. Restiamo allibiti osservando quanto accade in questi giorni in merito alla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani, servizio offerto al Comune di Torre Annunziata dalla controllata Oplonti Multiservi SpA alla modica cifra di 5,5 milioni di Euro, oltre le richieste che periodicamente pervengono di revisione del contratto e altre amenità contabili attraverso le quali si chiedo ulteriori milionate di euro ai contribuenti. A fronte di questo fiume di euro, che dalle tasche dei cittadini finisce nelle casse della Oplonti Multiservizi, passando dalla Equitalia, osserviamo: • Un’isola ecologica, come così si definisce a Torre Annunziata la discarica autorizzata che si sta tentando di aprire a Via Roma, tra continui rinvii (una volta manca l’acqua, una volta la luce, una volta non si trova la chiave del cancello, etc..) dove i cittadini, senza alcuna premialità, dovrebbero conferire spontaneamente i rifiuti differenziati. • Una raccolta urbana tagliata sulle esigenze dei Commerciati, che chiudendo i negozi alle 20:30 prendono la multa perché il conferimento dei rifiuti è dalle 21:00. Questi due episodi, ma potremmo citarne decine, sono il sintomo di una sola malattia: incapacità organizzativa. Riteniamo a chi si è impossessato del controllo della raccolta dei rifiuti solidi urbani manchi completamente la nozione di “management operativo”. Tutto è organizzato per ottimizzare i turni di lavoro, per renderli comodi e agevoli (vedi il camion della raccolta che alle 8:00 del mattino paralizza Corso Umberto mentre i cittadini accompagnano i figli a scuola). Quando abbiamo paventato la possibilità di ridurre la TaRSU a valle del mirabolante 35% di differenziata raggiunta, l’Assessore Vincenzo Ascione ci ha fatto notare che i calcoli non sono così semplici come li avevamo immaginati ed è già un miracolo non aumentare la TaRSU, come si può dimostrare in modo semplice applicando le leggi della meccanica quantistica a i moti casuali delle particelle di rifiuti prodotti. Padroni delle matematiche elementari ci chiediamo: “Ma non è che tutte queste efficienze organizzative fanno lievitare i costi gestionali del servizio e questi alla fine si ribaltano sul Contribuente sottoforma di maggiore TaRSU? I 5,5 milioni di euro che paghiamo è il minimo indispensabile per gestire questo servizio o è il minimo indispensabile per sguazzare nella disorganizzazione e nella approssimazione?”. Attendiamo risposte, anche attraverso le pagine di Scientific American, ribadendo con convinzione “GLI INCAPACI VADANO A CASA E PAGHINO I DANNI”. Non è giusto che noi contribuenti abbiamo maggiori costi per la incapacità di gestori incapaci. Nicola Carillo