A cura della Redazione
Dopo la denuncia presentata alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata sulla mancata installazione del ponte di via Sepolcri, l’ex magistrato Michele Del Gaudio varca la soglia del Tribunale oplontino per un esposto con oggetto "irregolarità nella gestione dello Stadio Giraud di Torre Annunziata". Eccone il testo. Ill.mo Sig. Procuratore, mi rivolgo a Lei per raccontarle un episodio avvenuto ieri mattina, domenica 23 gennaio 2011, allo stadio. Alle ore 12.00 era prevista la partita del Campionato federale del settore Giovanissimi, classe 1996, fra il Boys Savoia e il Sensales di Nocera. I ragazzi delle due squadre si recavano negli spogliatoi ma apprendevano che la gara non poteva essere disputata in quanto allo stesso orario ne era prevista un’altra fra il Savoia ed il Battipaglia, classe 1994, e quindi di livello superiore. In qualità di genitore di uno dei giovani atleti del Boys Savoia, dopo aver cercato invano di trovare una soluzione bonaria che consentisse a tutti di giocare, ho chiesto al responsabile del Comune, Lello Ametrano, di esibire un documento da cui risultasse che il Savoia avesse prenotato il campo per le ore 12.00 del 23-1-2011. Il signor Ametrano mi diceva di attendere perché avrebbe telefonato al consigliere delegato, Domenico De Vito. Poco dopo mi diceva che il consigliere sarebbe arrivato a momenti, appena si fosse liberato da un impegno… poi lo andava a prendere a casa… ma del De Vito nemmeno l’ombra. Intanto alle 12.30 / 13.00 terminava la precedente partita ed il campo era pronto per i Boys Savoia o il Savoia ed i loro rispettivi avversari. A quel punto ho ancora chiesto la prova della prenotazione del campo da parte del Savoia ed ancora l’Ametrano, con grande gentilezza, come in precedenza, mi ha chiesto di pazientare. È sorto in me il dubbio che la prenotazione non ci fosse, con la conseguenza che si sarebbero verificate tre ingiustizie: la violazione del diritto al gioco dei ragazzi del Boys Savoia; la violazione del mio diritto di cittadino alla retta amministrazione di un bene pubblico, lo stadio, di cui anche io sono e mi devo considerare “comproprietario”; il menefreghismo del potere tutte le volte in cui sono in discussione i diritti dei bambini e degli adolescenti, per il cui rispetto mi batto da vent’anni. Ho deciso allora, essendo un cittadino e non un suddito, di attendere il delegato al centro del campo sul dischetto del calcio d’inizio. Mi si sono allora avvicinate tre persone, di cui una con una fotocamera, una bassina, dichiaratasi dirigente del Savoia, una con la barba incolta. Quella bassina in particolare mi ha apostrofato con parole aggressive di scherno, mentre quello con la barba gli dava man forte. Si è poi avvicinato l’arbitro a cui ho spiegato la situazione e gli ho detto che appena fosse arrivato il delegato e avesse esternato il suo provvedimento, io mi sarei allontanato. Dopo una decina di minuti è giunto il consigliere De Vito, il quale ha dichiarato pubblicamente che non esisteva alcun registro di protocollo ed alcun atto scritto relativo alla prenotazione e alla autorizzazione di partite allo stadio: il tutto avveniva oralmente. Il De Vito ha parlato in presenza dei Vigili Urbani Virno, Pinto, De Carluccio, Quartuccio, e dell’Ametrano. Erano presenti anche altre persone, che, se necessario, indicherò. CHIEDO l’assenza della documentazione scritta nel caso di specie costituisce reato? Può consentire di occultare eventuali reati di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata…? Come si fa a stabilire chi, quanto, per quale servizio deve pagare o ha pagato? Poiché lo stadio e utilizzato da mesi quasi tutti i pomeriggi e sere, può essersi verificato un danno alle casse comunali? Si tratta di un illecito penale, contabile, amministrativo? Chi ne è responsabile? Poiché si sono svolti anche eventi di un certo rilievo, esiste una documentazione al riguardo? Signor Procuratore, nel mentre si attendeva l’arrivo del delegato, ho notato un atteggiamento aggressivo e minaccioso da parte della persona bassina e di quella con la barba nei confronti di dirigenti e allenatori del Boys, in particolare ho udito più volte la frase, pronunciata in dialetto: “Qui sopra non giocate più!”. Un allenatore dei Boys mi voleva trascinare via con la forza perché: “Ci stanno minacciando!”. Alla mia domanda: “Chi ti sta minacciando?”, si è allontanato dicendo: “Nessuno!”. L’ho guardato sconsolato e gli ho urlato: “Omertà”. È anche per questi episodi che mi rivolgo a Lei, per dare coraggio a chi tace, per tutelare il diritto dei piccoli calciatori del Boys a continuare ad usufruire dello stadio e quello di dirigenti e allenatori alla incolumità fisica. Non vanno sottovalutati i piccoli soprusi quotidiani se si vuole costruire una società che creda nelle istituzioni. Quel che più mi ferisce, Signor Procuratore, è che in questa piccola battaglia civile, mi sono trovato da solo: tutti gli altri adulti presenti sono stati assenti, hanno cercato di convincermi a desistere, non so se per paura, per quieto vivere, per rassegnazione. Al ricorrente “Chi te lo fa fare!” ho risposto: “Lo faccio per Torre e soprattutto per i suoi ragazzi, con la speranza che già da oggi siano cittadini attivi e convincano ad esserlo i genitori che si comportano da sudditi”. Preciso anche che l’esposto non è contro la persona del consigliere De Vito, di cui apprezzo la scelta di aver aperto lo stadio alla città e l’entusiasmo con cui lavora. Però chi, come me, diffonde la legalità nelle scuole, ha il dovere di denunciare le illegalità di cui viene a conoscenza, da chiunque siano commesse. Con ossequio. MICHELE DEL GAUDIO