A cura della Redazione
“È necessario che il Ministro della Giustizia ascolti il grido di allarme che proviene da un tribunale di frontiera come quello di Torre Annunziata, dove ogni giorno si lavora con estrema difficoltà. Per quanto sia difficile, tutte le istituzioni sono chiamate a ridurre la distanza tra i cittadini e l’amministrazione della giustizia e ciò può avvenire soltanto se quest’ultima è davvero efficiente”. Queste le parole di Giuseppe Ambrosio, segretario regionale di Codici Campania – Centro per i diritti del cittadino, commentando il convegno “Problemi e prassi virtuose” organizzato dal Presidente del Tribunale oplontino, che si è tenuto ieri mattina presso il palazzo di giustizia di Torre Annunziata. Nel corso dell’incontro sono stati analizzati i problemi strutturali e organizzativi del tribunale di corso Umberto e delle sue sedi distaccate, alla presenza, tra gli altri, del procuratore capo Diego Marmo, l´aggiunto Raffaele Marino, il presidente Vincenzo Maria Albano, il presidente della Corte d´Appello di Napoli, Antonio Buonajuto, il prefetto, Alessandro Pansa, e il comandante provinciale dell´Arma, colonnello Giovanni Cinque, oltre che di numerosi sindaci e amministratori comunali del territorio. Durante il convegno è stata anche diffusa una lettera che il procuratore capo Diego Marmo e il presidente del tribunale Vincenzo Maria Albano hanno scritto al Ministro della Giustizia Angelino Alfano, nella quale veniva sottolineato il fatto che il Guardasigilli il 6 maggio ha incontrato i vertici della magistratura napoletana ma non ha fatto altrettanto con quelli del tribunale di Torre Annunziata. “Abbiamo scritto al Ministro proponendogli di aprire un tavolo di confronto per discutere dei problemi del tribunale oplontino ma anche di tanti altri tribunali della Campania, troppo spesso dimenticati. Anche a Nola c’è un’emergenza simile, che rasenta lo scandaloso per quel che riguarda le cause di lavoro: la sezione relativa su sei magistrati ne ha quattro in maternità. Eppure chi opera in queste realtà ha a che fare ogni giorno con una illegalità diffusa e con la sistematica omissione del rispetto delle regole e proprio per questo va aiutato”, continua Giuseppe Ambrosio. Il segretario regionale di Codici ribadisce la necessità che un tribunale funzionante rappresenta un servizio innanzitutto per i cittadini, prima ancora che per magistrati o avvocati: “Qui non si tratta di fare un favore agli addetti ai lavori, ma di garantire a chiunque le condizioni minime per avere una giusta giustizia”. COMUNICATO STAMPA