A cura della Redazione

Antonio Buono, Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto e Mariano Torre.

Sono le quattro persone finite in carcere - su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli - per l'omicidio di Genny Cesarano, 17enne ucciso per errore nel corso di una "stesa" avvenuta in piazza San Vincenzo al rione Sanità di Napoli nel settembre 2015.

Le indagini sono state condotte dalla DDA, mentre i provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti dalla Squadra Mobile.

Per gli arrestati, c'è inoltre l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il gruppo camorristico dei Lo Russo.

Determinate per la ricostruzione dei fatti è stato il contributo del collaboratore di giustizia Carlo Lo Russo, poi risultato essere il mandante e l'organizzatore dell'agguato. Grazie alle sue dichiarazioni è stato possibile ricostruire diversi omicidi che hanno contrassegnato i recenti scontri armati tra gruppi criminali rivali.

Tutto ha inizio dall'omicidio di Pierino Esposito, boss della Sanità, per il quale fu già emessa ed eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi Cutarelli e Ciro Perfetto, componenti del gruppo di fuoco, oltre che di Rosario De Stefano e Antonella De Musis. «Motivo scatenante del delitto - recita una nota della Procura di Napoli - fu proprio una delle "stese" organizzate dal boss Esposito e dal suo gruppo di giovani nel territorio di Miano», controllato dai Lo Russo.

Da qui, la "vendetta" del clan. Un commando composto da diversi soggetti, a bordo di quattro scooter di grossa cilindrata, partì da Miano e raggiunse piazza San Vincenzo. Lì, alle 4 di notte, vi era un gruppo di ragazzi che stazionavano nei pressi della chiesa. Alla loro vista, i killer spararono immediatamente. Furono ben 24 i colpi di pistola esplosi, uno dei quali colpì Genny, "colpevole" solo di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Gli altri amici che erano con lui riuscirono a scansare i proiettili. Di quel commando faceva parte anche un giovane, poi deceduto nel corso di un altro agguato, Vincenzo Di Napoli.

Le dichiarazioni del capoclan Carlo Lo Russo hanno trovato poi riscontro in quelle di Rosario de Stefano, negli accertamenti svolti dalla Polizia Scientifica e nelle risultanze delle attività di intercettazione, sia telefoniche che ambientali, condotte dagli inquirenti.

Ascoltati anche gli amici di Genny, che si trovavano con lui al momento della tragedia, «soggetti che - scrive la Procura -, lungi dal presentarsi spontaneamente, hanno poi reso dichiarazioni rivelatesi reticenti».

I destinatari della misura cautelare sono già colpiti da ordinanze di custodia cautelare, per il reato associativo Antonio Buono, e per omicidio i restanti tre. Inoltre, Torre e Cutarelli sono stati condannati all'ergastolo per l'omicidio di Pasquale Izzi.

Agli indagati è inoltre contestato, oltre al reato di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione e della finalità di agevolazione camorristica, quello di tentato omicidio plurimo (per altri episodi criminali) e di porto e detenzione di diverse armi da fuoco.

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Da sinistra: Buono, Cutarelli, Perfetto, Torre