A cura della Redazione

Mancano appena due minuti e trentasei secondi al termine della gara. Gli arbitri Mattera e Ricci decidono di sospendere per la seconda volta il match nell’ultimo quarto di gioco. Motivo? Il parquet del PalaSiani è diventato oltremodo scivoloso per la condensa formatasi dovuta al numero eccezionale di spettatori presenti (moltissimi e rumorosi anche quelli provenienti da Casapulla) nella gara 3 che vale l’accesso in serie C.

Il punteggio 50-50, al momento del secondo stop (il primo era durato circa 20 minuti), rispecchia sostanzialmente l’andamento dell’incontro, ma il fattore tecnico a questo punto della serata passa ad occupare un livello secondario. I direttori di gara sono convinti della bontà della decisione e ritornano negli spogliatoi considerando l’evento concluso.

I dirigenti della società Basketorre insistono per far riprendere la gara. Gli avversari, sperando forse nella ripetizione dell’incontro in un’altra sede, sono di parere opposto. Gli arbitri, dopo  un conciliabolo telefonico con i responsabili regionali della federazione basket, alla fine optano per la ripresa delle ostilità ma ad una condizione: tutti gli spettatori devono abbandonare gli spalti.

Dopo circa un’ora si riprende a giocare, a porte chiuse, gli ultimi 2’ 36’’. Il Casapulla, con un canestro all’ultimo secondo di gioco, riesce a superare la formazione di Torre Annunziata (56-58) e a guadagnare il pass per la serie C. Fin qui la cronaca.

Ciò che è accaduto nella tendostruttura del Liceo Pitagora-Croce domenica sera, però, presta il fianco a diverse considerazioni. Può mai ritenersi regolare una gara di basket interrotta due volte nel quarto finale per un totale di 80 minuti?

Sotto questo aspetto la gestione dei direttori di gara è sembrata molto approssimativa, umorale e priva di buon senso. Un arbitro che si rispetti, se è convinto che la superficie di gioco mette a repentaglio l’incolumità degli atleti, sospende con fermezza l’incontro.

Lasciando il PalaSiani questa notte, poi, si sono ancora una volta materializzati  gli angosciosi mali endemici della nostra città. Un appuntamento sportivo di questo livello che ha richiamato tanti appassionati sugli spalti meritava un palcoscenico sicuramente diverso. Fino a quando una comunità si accontenterà di poco più di una palestra (perché tale è la struttura del Liceo) per ospitare un avvenimento agonistico significativo ed importante, allora diventerà sempre più complesso ipotizzare un futuro diverso per le nuove generazioni del nostro territorio.

In un palazzetto dello sport “normale”, di una citta "normale", amministrata in maniera "normale", Basketorre-Casapulla non sarebbe mai stata sospesa!

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