A cura della Redazione
Ed il figlio partì, in cerca di fortuna. Quel giorno la città piangeva. Aveva paura di perderlo, per sempre. Del resto, quando un figlio parte, la madre soffre, si chiede quando potrà rivederlo, se riuscirà a realizzare i suoi sogni e se un giorno potrà riabbracciarlo, da vincente, rivestito di gloria. Tutto questo oggi succede, a Torre Annunziata. E al suo "figlio" Ciro Immobile. Un ragazzo che conosce il lavoro, il sacrificio, la vittoria. Un ragazzo che sa cosa si deve fare per raggiungere i propri obiettivi, che sa come si rincorre un sogno. Un sogno che inizia a Torino e arriva fino a Rio de Janeiro. Quella Torino, squadra di grande tradizione e di grande storia che, sotto la guida sapiente di Giampiero Ventura, lo ha consacrato capocannoniere della Serie A ed erede diretto di Paolo Pulici, a detta di molti esperti e sostenitori granata. Samba made in Torre per Prandelli, che lo convoca meritatamente al Mundial. Ed è un sogno che svanisce bruscamente, ma importante è stato esserci e vivere esperienze che solo un Mondiale può darti. E adesso si parte per Dortmund, Klopp lo aspetta a braccia aperte. Per non far rimpiangere (...e scusate se è poco!) Robert Lewandosky, per poter cantare l´inno della Champions League. Ma prima di tutto Ciro vince un altro trofeo, quello più importante. Lui, il figlio, ritorna, vittorioso, a ottenere il meritato plauso dei suoi fratelli che non lo hanno mai dimenticato, che lo hanno sempre seguito e sostenuto, che lo hanno amato. Ed è così che Palazzo Criscuolo diventa un luogo impraticabile, tanta e tanta folla si prepara a tributare al neo attaccante giallonero il giusto onore. Il sindaco Giosuè Starita gli offre tutto, le chiavi del cuore dei torresi e soprattutto l´onore di essere un esempio per i giovani del futuro. «Ciro ci offre una grande opportunità - ha detto Starita ricevendolo nella sala consiliare di Palazzo Criscuolo -. Ci testimonia come si possano raggiungere grandi traguardi grazie alla costanza, alla perseveranza e al rispetto delle regole. Così come lui, anche questa città ha grandi potenzialità, che possono emergere solo prendendo a modello torresi come lui". Dopo queste parole la premiazione. Sulla targa c´è scritto "A Ciro Immobile, ambasciatore torrese nel mondo". «Ciro col suo esempio dimostra al mondo intero che Torre Annunziata non ha solo aspetti negativi - prosegue Starita - ed è un esempio per tutti noi: non limitiamoci a guardare ed aspettare che gli altri facciano le cose. Svegliamoci anche noi, e sul suo esempio onoriamo la città». E´ un Ciro Immobile visibilmente emozionato, poche parole ma molto incisive. «Ringrazio il sindaco e tutta la città. Se avessi l´occasione stringerei la mano a tutti i torresi, grazie ai social network ho avuto modo di toccare con mano l´amore e il sostegno dei miei concittadini. Spero solo di poter continuare così». Applausi, tanti applausi. Foto, tante foto. Tutti vogliono un pezzo di Ciro, un suo autografo. Una folla immensa lo attende per osannarlo, volano tappi di spumante e cori. Una festa che non finirà mai, il Savoia prima, Ciro poi. Torre non dimentica i propri beniamini. Ovunque andrai, i torresi saranno con te. Ciruzzo, in bocca al lupo... per tutto! ANTONIO DE ROSA