A cura della Redazione
Settantotto gol in carriera ed un solo chiodo fisso, vestire la maglia bianca. C’è riuscito a trentacinque anni, Francesco Scarpa, il capitano. Lo incontriamo appena dopo l’amichevole con la Gelbison. Disponibile come sempre, tentiamo una disamina a trecentosessanta gradi tra passato, presente e futuro, suo e del Savoia. Rimpianti per la tua carriera? «Potevo fare di più. Comunque sono soddisfatto, perché adesso gioco nella squadra del mio cuore». C’è un aspetto del tuo carattere di cui faresti a meno? «Sono troppo testardo. Ma non so se è un vero e proprio limite, perché in alcuni casi mi ha portato a fare delle scelte importanti di cui mi sono giovato». L’allenatore che ti ha fatto crescere calcisticamente? «Senz’altro Gianluca Grassadonia, tecnico della Paganese, squadra con la quale ho vissuto uno dei momenti migliori della mia carriera con la promozione dalla C2 alla C1. Venti gol in due stagioni e approdo alla Salernitana in serie B». Calciatore e ultrà: si soffre di più in curva o in campo? «Sicuramente in curva». Senti di dover ringraziare qualcuno in particolare? «No. Tutto quello che ho fatto l’ho conquistato con le mie esclusive forze e sono contento così». E’ il Savoia che ha cercato te o tu che hai cercato il Savoia? «Ho voluto fortemente la maglia bianca. Diciamo che ho cercato io il Savoia». Feola dice che tu senti troppo le partite: è il peso della responsabilità per la maglia che porti o normalmente è così? «Non si tratta di responsabilità. Semplicemente per me è come se vestissi la maglia della Nazionale. E per la Nazionale la maglia si onora al cento per cento». Il tuo rapporto con i compagni? «Buonissimo. Abbiamo un ottimo gruppo e i risultati lo testimoniano». Diciotto reti sinora. La più importante? «Difficile dire. Le più importanti sono quelle che ci hanno permesso di guadagnare punti. Forse, però, a pensarci bene, direi il gol su rigore contro il Torrecuso: la mia prima rete con il Savoia». L’avversario più difficile incontrato in questo campionato? «La migliore squadra vista è senz’altro l’Agropoli. In quella partita non c’ero ma dagli spalti mi è sembrata davvero un’ottima squadra». C’è qualche calciatore che ti ha particolarmente impressionato in questo torneo? «Non voglio essere presuntuoso. In tutta onestà nessun avversario mi ha impressionato». Dei tuoi compagni? «Sicuramente Del Sorbo. Un gran bel giocatore che faccio fatica a vedere in serie D». Quando avete capito che ormai era fatta? «E’ successo qualcosa e non ce ne siamo accorti? Se non mi sbaglio restano ancora cinque partite da giocare...». Quando si è reso necessario un tuo intervento da capitano negli spogliatoi? «Non ci crederai ma non è mai stato necessario dare la “scossa”. Siamo primi da inizio torneo e non si è mai presentata la necessità, anche perché mi trovo in un gruppo dove anche i più giovani sembrano adulti e vaccinati». Pensi che la nuova LegaPro sarà una B2 o il livello si abbasserà? «Saremo sicuramente di fronte ad una vera e propria B2 tante sono le grandi ed ambiziose piazze che vi prenderanno parte». Credi di poter dare ancora il tuo bel contributo a questo club? «Ne sono convinto. Sto bene fisicamente, mi piace ancora giocare a calcio e la maglia bianca mi raddoppia le energie». Come vedi il tuo futuro? Panchina o scrivania? «Sinceramente non ci ho ancora pensato». Ti ci piacerebbe che il tuo concittadino Ciro Immobile vestisse un giorno i colori del Savoia? «Non glielo auguro! E’ un giocatore di ottimo livello e sta meritando i grandi palcoscenici. Se però arriviamo in A...». ANTONIO DE ROSA