A cura della Redazione
Chiamiamolo pure campanilismo, orgoglio provinciale, ma vedere Marco Guida, da Torre Annunziata, schierato in campo a San Siro per il posticipo di serie A Milan-Chievo ha procurato emozione. Sana emozione, soddisfazione per quella che era una legittimazione del valore di questo ragazzo destinato nelle previsioni dei suoi designatori a una carriera strepitosa. Nell’ordine: da Collina, da Rosetti, poi da Nicchi e da Morganti ho ascoltato giudizi molto positivi su Marco, uno che non è mai passato inosservato. “Un talento”: più o meno questa la definizione generalizzata che hanno sempre dato di lui questi dirigenti che il loro passato lo hanno vissuto da protagonisti sui campi di tutto il mondo. Anche le pagelle dei giornalisti, per quel poco che valgono, sono una bella collezione di buoni voti che non assegneranno una borsa di studio, ma che testimoniano l’attenzione con cui si guarda alle sue prestazioni. La tradizione torrese è ricca di precedenti, l’ultimo a figurare in A (come arbitro) fu Virginio Quartuccio, prima di lui Ciccio De Robbio. Non erano ancora tempi da 15 telecamere, con un replay che coglie perfino un fischio perentorio sibilato proprio nell’orecchio di Van Bommel, e neppure c’erano auricolari e microfoni per dialogare con assistenti e quarto uomo: inutile ora discutere se fosse più facile allora oppure oggi. Marco Guida viaggia verso il futuro. Noi testimoni dichiaratamente di parte ci accontentiamo di poter ascoltare uno speaker o un telecronista annunciare: arbitra Marco Guida, da Torre Annunziata. Una piccola vittoria popolare, anzi un grande orgoglio torrese. MASSIMO CORCIONE Nella foto panoramica, da sinistra: Alfonso Pacifico, presidente della sezione AIA "F. Santucci" di Torre Annunziata, Marcello Nicchi, e Marco Guida