A cura della Redazione
Dodici anni dopo Avellino, come siamo cambiati: la Juve Stabia in B e il Savoia in Eccellenza. Due storie che sembrano lontanissime e invece s’intrecciano. Stavolta sono loro, i nostri vicini a far festa e quella festa la sentiamo un po’ nostra, segno di un rinascimento sportivo che fa a pugni con il resto della vita che a Castellammare di Stabia come a Torre Annunziata sferra a noi cittadini più cazzotti che carezze. Quella scritta posta sulle spalle dei calciatori – Castellammare è Fincantieri – è stato un messaggio chiaro contro ogni retorica. I problemi non si risolvono con un gol, ma le vittorie un po’ di coraggio nei cuori lo iniettano. Accadde così a noi torresi: non assistemmo a una rivoluzione, ma per qualche mese sorridemmo di più. L’illusione durò poco, dalla caduta ancora non ci siamo ripresi. La promozione di quest’anno, seppure ancora ci confini in una realtà regionale, va interpretata come un segno che la volontà mista a un po’ di organizzazione aiuta nella rimonta. Le immagini da Roma hanno evocato piacevoli ricordi: nel ‘99, una domenica di giugno, proprio come ora, la scena fu diversa e non solo per il finale che portò il Savoia dove mancava da mezzo secolo: bello, incantevole il colpo d’occhio dello stadio Partenio, tanto indimenticabile quanto squallido il panorama del Flaminio deserto in almeno due settori per ragioni di ordine pubblico. Da una parte una squadra che è soprattutto la suggestione di regalare a Roma una terza realtà calcistica, dall’altra l’entusiasmo contingentato di Castellammare che, se avesse potuto, avrebbe organizzato una migrazione straordinaria. Così la grande impresa sportiva s’è risolta nella mortificazione di una festa, nel tradimento massimo dello spirito sportivo. La festa è esplosa duecentocinquanta chilometri più a sud, a dettare i tempi è stata la diretta televisiva. E – credete a chi in tv ci lavora – non è mai la stessa cosa. L’ideale è sempre l’accoppiata: tribune esaurite e televisori a tutto volume rappresentano la formula per la moltiplicazione della gioia. E’ quello che ci manca: la possibilità di gioire. Il privilegio per qualche ora è toccato agli stabiesi, e un piacevole effetto arriva anche qui. Proviamo a emularli. MASSIMO CORCIONE