A cura della Redazione
Facile prevedere che sarebbe accaduto, e puntualmente è successo: ancora porte chiuse per il Savoia in trasferta. Stavolta è il campo di Montepertuso a non essere idoneo a ospitare una squadra che porta con sé un seguito di un migliaio di tifosi. E non è stata una sorpresa: tutto già noto al momento della formazione dei gironi per il torneo di Promozione. Sanvito Positano-Savoia (in programma domenica 31 ottobre alle ore 10.30) si giocherà senza pubblico, decisione assunta proprio nel giorno in cui hanno sostanzialmente perdonato alla Serbia le prodezze delinquenziali del barbaro Ivan, quello che armato di cesoie dette il via alla rivolta di Marassi contro la polizia italiana. Curiosa contemporaneità che rende l’idea di quanto ingiusto possa essere anche un provvedimento preventivo. E allora, come si esce da questa situazione? Tocca alla Federazione, alla Lega Dilettanti e al Comitato regionale Campano, citati nell’ordine gerarchico dell’organizzazione calcistica, trovare una soluzione: il calcio vive una crisi di entusiasmo, soprattutto le piccole platee di solito restano vuote, mentre i grandi palcoscenici hanno una capacità d’attrazione sempre maggiore. Le porte chiuse di un campo sportivo rappresentano una sconfitta per tutti. Azzerare la voglia di calcio del pubblico torrese equivale a una dichiarazione di fallimento del Sistema. Il calcio ha bisogno del Savoia, il Savoia ha assoluta necessità di riprendersi un posto nel calcio nazionale: questa coincidenza di interessi non può produrre mostri come tribune deserte per decreto. Abete, Tavecchio, Colonna: intervenite. MASSIMO CORCIONE