A cura della Redazione
Savoia. Questo vessillo va rispettato! Savoia: un libro con un finale ancora da scrivere. Neanche la fantasia thrilling di Camilleri, “inventore” del commissario Montalbano, avrebbe tenuto così col fiato sospeso i propri lettori, cosa che, purtroppo, sta accadendo ai tifosi del Savoia dallo scorso luglio. Ogni settimana, ogni giorno, ogni ora sembrano quelle buone ma, vuoi per un intoppo, per una “scusa”, per un malinteso, per le troppe cose dette alle quali non si è dato un concreto seguito, l’effettivo passaggio delle quote societarie all’ultima cordata, in ordine di tempo, quella di Giordano e Cirillo, non è più avvenuta. L’inopportuna assenza del socio di maggioranza Giuseppina Serra (trattenuta per impegni personali a Milano!!!) nella serata di lunedì, ha, infatti bloccato la stipula dell’atto notarile che avrebbe sancito la nuova era Savoia (almeno sino al termine dell’attuale stagione, prima di una opportuna programmazione), mandando su tutte le furie l’intero ambiente: dai giocatori che hanno incrociato le braccia alla ripresa degli allenamenti, stanchi delle promesse mai mantenute per il pagamento delle spettanze economiche, ai tifosi, increduli, delusi, preoccupati per l’ennesimo rinvio, fino ai nuovi pretendenti all’acquisto della società. Questi ultimi, dopo essere rimasti “orfani” del socio annunciato, Acanfora (che si è tirato subito indietro), hanno dovuto attendere mercoledì pomeriggio per “verificare” che i debiti della società ammontano a circa 350.000 euro, per esposizioni di varia natura, da alberghi non pagati alle spettanze dei calciatori, per passare tra una miriade di creditori e fornitori vari. Cifra dinanzi alla quale Giordano e Cirillo hanno alzato bandiera bianca, ritirandosi dall’acquisto del Savoia. Cosa alquanto strana, visto che il duo dei pretendenti acquirenti avevano sbandierato in due conferenze stampa la piena volontà a rilevare la società, pur consapevoli della situazione debitoria. Alla vigilia dell’atto finale, così non è stato ed anche questa soluzione sembra essersi dissolta (almeno al momento della stampa del nostro periodico). Una serie di fumate nere che tengono tutti in ansia anche perché lo scorso 2 dicembre si è aperta la parentesi invernale del calcio mercato: come dire tutti i giocatori sono liberi di andare via e gente come Marzullo e Marino sono tra i più richiesti. Diciamolo pure, il rischio concreto che ci sia una vera e propria fuga è serissimo. Lo sanno tutti. Ai calciatori ed al tecnico, per tutto quanto dimostrato sul piano sportivo e, specialmente, su quello umano, non può essere altro che tributato un ringraziamento. Loro sì che hanno dimostrato di aver rispetto per la maglia e per la piazza, a differenza di qualche altro che, invece, nonostante dovesse sapere cosa significa il Savoia, ha dimostrato con il suo assurdo atteggiamento, nessun riguardo per il vessillo biancoscudato. Ma speriamo che questa sia stata solo una parentesi nella centenaria storia dei bianchi. Un’amara parentesi che, però, debba servire come monito a tutti. Coloro che, dopo Pane, avevano pensato che si fosse raggiunto il fondo, si stanno ricredendo con disappunto. Il Savoia non può e non deve essere la buonuscita di qualche avventuriero di turno o di coloro che con la squadra pensano di poter risolvere i propri problemi, o di chi vuol solo farsi pubblicità accostando il suo nome alla storia gloriosa del sodalizio torrese. Questa casacca va rispettata sino in fondo, da tutti. L’encomiabile comportamento dei tifosi, dei giocatori, del tecnico, della stessa stampa, stanno dimostrando come siano in tanti ad avere nel cuore il Savoia. Noi restiamo fiduciosi sul positivo evolversi dell’attuale vicenda, anche perché non osiamo pensare agli scenari che potrebbero aprirsi altrimenti. RODOLFO NASTRO