A cura della Redazione
Savoia, salta l´accordo societario. E´ notte fonda Taglialatela, Alemao, marketing, business plan, merchandising. Gli argomenti di persuasione di Michele Giordano ed Enrico Cirillo si sono dissolti davanti ad una cifra spietata: 350.000 euro di debiti complessivi. Hanno impiegato un po’ di tempo i contabili dei pretendenti soci a quantificare lo sbilancio della società, colorato inequivocabilmente di rosso. E il dato definitivo li ha fatto indietreggiare definitivamente. Non ci sarà, dunque, nessun passaggio di quote. Il Savoia resta alla signora Giuseppina Serra (80%) e al dottor Vincenzo Angellotti (20%). Cirillo e Giordano pensavano di accollarsi “solo” quanto contratto (a suon di cambiali) nei confronti di Giannatiempo (130.000 euro) e l’importo reale che sarebbe costata l’operazione li ha spaventati. Strano che “solo” oggi sia stata resa pubblica questa loro contrazione negli impegni economici in programmazione. Negli incontri con la stampa e i tifosi i due avevano palesato sempre una certa sicurezza, anche se qualche passaggio della vicenda era apparso fin dal primo momento contraddittorio. Acanfora docet. Sembra che sia stato un decreto ingiuntivo di 50.000 euro, notificato proprio ieri, a convincere gli imprenditori a non ratificare l’accordo verbale raggiunto lo scorso 20 novembre. Si materializzano, dunque, gli spettri del luglio 2001 quando un uomo venuto dal nulla riuscì a cancellare dalla geografia calcistica uno dei club sportivi più antichi d’Italia. Anche se i presupposti e le dimensioni sono decisamente diversi, resta il dato oggettivo di una crisi di liquidità che allo stato attuale non trova soluzioni praticabili. Cirillo e Giordano sembra abbiano lasciato uno spiraglio aperto, parlando di un impegno a cercare un partner commerciale per riprovarci. Ma, allo stato attuale, illudere ancora una piazza così affranta e mortificata, ci sembra davvero oltraggioso. Ora la “palla rovente” è di nuovo tra i piedi di Vincenzo Angellotti