A cura della Redazione
Savoia, ancora tante incertezze Si fa sempre più difficile da prevedere il futuro del Savoia. A due mesi dalla messa in vendita da parte dell’attuale patron Luigi Giannatiempo, nessun acquirente ha concretamente mostrato interesse a rilevare la centenaria società torrese. Le voci circa presunti imprenditori vicini all’acquisto si sono rivelate infondate. Nessuno vuole investire nel calcio torrese. Il 2 luglio, giorno in cui sarà possibile partire con il tesseramento ufficiale dei calciatori, si avvicina sotto l’indifferenza generale. I tifosi sono in piena apprensione e chiamano il sindaco Starita, la dirigenza tutta e, ovviamente, Giannatiempo a fare qualcosa per il bene del Savoia. Quest’ultimo è l’ultimo ad aver preso parola nella vicenda. Il presidente ha infatti parlato della possibilità che alcuni imprenditori di sua conoscenza entrino in società. Ma non è stato fatto nessun nome, nè tanto meno si è parlato di quanto questi azionisti siano disposti a spendere in termini economici. Soprattutto, nulla è stato messo nero su bianco. Come se non bastasse resta da risolvere la grana stadio. L’amministrazione comunale aveva garantito per i primi giorni di giugno l’inizio dei lavori di messa in sicurezza dell’impianto del Giraud. Ma di operai allo stadio neanche l’ombra: difficile prevedere come reagiranno la federazione e la lega di fronte a questo immobilismo. Insomma, di fronte a questo scenario i tifosi torresi hanno ben ragione di essere preoccupati. Nel frattempo sembra iniziato il grande esodo dei calciatori biancoscudati che hanno militato nel Savoia durante la scorsa stagione. Il portiere Masullo è tornato in Messico, mentre Venditto è riapprodato alla Sangiuseppese. Nocerina e Turris inseguono Incoronato, De Rosa e Scognamiglio. Di mercato in entrata è ridicolo soltanto parlarne: con i fondi messi a disposizione da Giannatiempo, nel caso in cui restasse da solo alla guida del Savoia, sarà possibile costruire una squadra di giovani con belle speranze, ma con obiettivi che non superino la permanenza in serie D. E pensare che otto anni fa, in seguito alla rinascita del Savoia post fallimento, si disse, non a torto, che per i bianchi il dilettantismo doveva essere nient’altro che una breve parentesi. ROBERTO SCOGNAMIGLIO