A cura della Redazione
Rispetto, professionalità, impegno. Sono questi i tre dogmatici concetti che Alberto Aita tiene a cuore più di ogni altra cosa. Il nuovo allenatore del Savoia, presentato ufficialmente alla stampa nel tardo pomeriggio di ieri, è nativo di Cetraro, in provincia di Cosenza. Giovane di età (47 anni), vanta molte presenze in qualità di calciatore nelle fila di Cosenza, Sangiuseppese, Siracusa e Crotone, in cui ha sempre ricoperto il ruolo di centrocampista centrale. Ha allenato varie squadre dilettantistiche, tra cui Cetraro, Lauria (con cui ha vinto un premio speciale per la valorizzazione delle giovani promesse), Rende, Sanbiase, Corigliano, Belvedere e Rossanese. Quest’ultima brevissima esperienza risale a due stagioni fa, quando subentrò al trainer uscente per poi essere esonerato dopo sole quattro giornate. Durante la stagione 2006-07 è restato fermo ed ora si accinge ad affrontare il suo ritorno in panchina. Il Savoia, pur in piena crisi, rientra a pieno diritto tra le squadre più titolate della giovane carriera di Aita. Lo si intuisce dalle sue stesse parole. “Ringrazio anzitutto la famiglia Farinelli che mi ha dato la possibilità di allenare questa squadra così importante. La piazza di Torre Annunziata è un lusso per molti allenatori e ciò mi darà ulteriori stimoli nel lavoro”. Il neoallenatore dei bianchi è giunto nella città torrese l’altro ieri ed ha assistito al match di coppa vinto dai suoi nuovi giocatori a Quarto contro i rivali dell’Angri con risultato di 1-0 (rete di De Biase). “Francamente la prima impressione non è stata positiva. Non ho visto la cattiveria e la grinta giuste, necessarie per vincere nel calcio, soprattutto in quello di questa categoria. Ma bisogna tener presente che i ragazzi vengono da un esonero e non stanno vivendo un momento facile”. Interrogato poi sulla disposizione tattica che intende dare al suo Savoia risponde così: “Amo il 4-3-3, ma credo che per applicarlo servano le condizioni giuste. Preferisco partire quindi con il 4-4-2 perchè è il più facile da insegnare ed è il migliore come base su cui lavorare per poi arrivare ad altre soluzioni. Bisognerà aspettare un pò in modo che conosca meglio la squadra”. Tutti sanno però che uno delle cose che più spesso si imputava al dimissionario Agovino, oltre al 4-3-3 sin troppo spregiudicato e apparentemente inadeguato all’organico, era l’eccessiva pressione psicologica, un esagerato nervosismo che sembrava trasmettere alla squadra. Su questo aspetto Aita va all’opposto. “Sono un allenatore comunicativo che si fa rispettare rispettando. Non ho mai preso squalifiche o allontanamenti e ho sempre privilegiato l’aspetto psicologico della serenità con i miei calciatori. Cerco di trasmettere certezze”. Ma ciò che più interessa all’intera piazza torrese è se questo Savoia abbia degli obiettivi precisi, che vadano ben oltre la mediocre classifica di questo grigio momento. Dal canto suo Aita resta coi piedi per terra. “Il mio compito è di trarre il massimo dal materiale a disposizione”. ROBERTO SCOGNAMIGLIO