A cura di Enza Perna

Il popolo delle Primarie si è espresso. Vincenzo Ascione è il candidato sindaco del centrosinistra a Torre Annunziata alle prossime elezioni comunali. Un’affluenza inaspettata. 4.171 persone hanno raggiunto le quattro sedi scelte per le votazioni. Ascione raccoglie 2.097 preferenze, il suo sfidante, Carmine Alfano, 2.042 (con uno scarto, dunque, tra i due contendenti di appena 55 voti). Grande festa per il Partito Democratico, che aveva sostenuto l'attuale consigliere Dem insieme ai Progressisti e Democratici e ad Orgoglio campano. Tutti hanno acclamato il candidato scelto dai cittadini. A distanza di due giorni, Ascione ancora ringrazia singolarmente i compagni e i sostenitori di questa prima “battaglia” elettorale.

«Il mio sentimento in questo momento è di gratitudine - afferma - perché è stato fatto un lavoro immenso da parte di tutto il Partito Democratico, e l’immagine più bella che vedo è di tante piccole mani che mi hanno tutte insieme accompagnato in questa avventura. Ho avvertito la loro voglia di sostenermi in una battaglia difficile. L’altro sentimento è anche di riconoscenza nei confronti del mio avversario, Carmine Alfano, che ha messo in campo una grande determinazione per portar avanti questa sfida e credo - continua - che entrambi abbiamo dato un esempio positivo di politica, quella con la "P" maiuscola. Ci siamo confrontati serenamente fino alla fine. Lo scarto è stato così ridotto che ritengo entrambi vincitori di queste Primarie. A tal proposito non posso che complimentarmi con il Comitato organizzatore, in particolare con il compagno e presidente del Consiglio comunale, Antonio Gagliardi, che ha organizzato in maniera impeccabile questa giornata. Nessuna tensione, difficoltà o problema. Tutto si è svolto in maniera serena e tranquilla, e questo nonostante l'afflusso ai seggi sia stato di gran lunga superiore alle previsione più ottimistiche».

Come si evince dai dati, il professore Carmine Alfano ha raggiunto un buon risultato. Crede che sosterrà la sua candidatura nelle amministrative?

«Ritengo che siamo entrambi vincitori e proprio per questo credo che insieme continueremo questo lavoro di sintesi della coalizione, perché uniti avremo una strada spianata per vincere alle elezioni comunali».

Domenica scorsa, proprio nel giorno delle Primarie, Ciro Alfieri - l'ex assessore della giunta Starita - ha annunciato per la prima volta pubblicamente la sua candidatura a sindaco. Lei pensa che sia lui il vero avversario da temere?

«Non saprei dirlo in questo momento perché non conosco ancora il quadro completo delle candidature. Spero, tuttavia, che ci sia un confronto democratico con tutti gli avversari delle prossime elezioni comunali. Mi auguro una competizione chiara e trasparente che sia basata su programmi e progetti seri, e che non scenda mai sul personale. Dobbiamo dare tutti un segnale di civiltà politica e democratica. Non servirà a nessuno alzare i toni e fare polemiche a tutti i costi. Ritengo sia Ciro Alfieri, che Pierpaolo Telese (altro candidato sindaco, sostenuto da DeMa e liste civiche, ndr), due validi avversari, ambedue con grande esperienza amministrativa. Ho molto rispetto per entrambi, anche se le scelte di campo sono diverse».

Lei ha vinto queste Primarie grazie ai voti del suo quartiere, Rovigliano, che le hanno permesso di prendere un netto vantaggio sull’avversario (248 preferenze in più). Come vive questa forma di consenso così straordinaria?

«Io sono stato eletto per la prima volta nel 1995 come consigliere comunale grazie al contributo straordinario dei cittadini di Rovigliano. La mia attenzione nei loro confronti è sempre stata notevole anche se forse non sempre proficua. Nonostante ciò i cittadini di Rovigliano hanno confermato la fiducia nella mia persona. Spero che le tante cose ancora da realizzare siano concretizzate ed è un impegno che voglio e credo di poter assumere, sia per il quartiere di Rovigliano, sia per quello Deriver e per quei quartieri della città che hanno bisogno di una forte presenza amministrativa. Le Primarie hanno insegnato che quando si toccano le corde giuste e i temi giusti la città vuole partecipare. Bisogna coinvolgere il territorio, i quartieri, in una campagna di ascolto per poter meglio capire le istanze più urgenti, garantendo così le risposte più opportune. Anche da un punto di vista politico. Il radicamento nei quartieri è l’unica risposta reale che la politica deve dare».

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