A cura della Redazione
Una giunta composta da quattro parlamentari? E’ un’ipotesi su cui si sta lavorando in questi giorni e che potrebbe concretizzarsi nelle prossime 48 ore. Sembrerebbe che l’idea sia stata partorita dall’on. Nello Formisano (foto), deputato di Centro democratico, che l’ha prospettata al sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita. Un esecutivo rappresentativo delle forze politiche che sostengono il governo Letta, dal Pd al Pdl. Il primo cittadino sembra abbia accolto con favore tale proposta, perché in un sol colpo porrebbe fine alla crisi politico-amministrativa che investe il Comune e nel contempo farebbe di Torre Annunziata un “caso” nazionale, visto che un esecutivo composto da quattro deputati non ha precedenti in nessuna altra città d’Italia. L’ipotesi, meno impossibile di quanto si pensi, è molto suggestiva e sarebbe senz’altro avallata da quasi tutte le forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione. Avremmo, in sostanza, un governo di salute pubblica, seppur a tempo, per affrontare e cercare di risolvere gli atavici problemi che investono la città. Ma chi sarebbero i quattro futuri “moschettieri”? Senz’altro esponenti politici in qualche modo legati al nostro territorio, come ad esempio lo stesso Formisano, Ciro Falanga (PdL), Luisa Bossa (Pd), Pierino Langella (PdL), ma non è esclusa la partecipazione di parlamentari napoletani. Intanto ieri in Prefettura si è riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza per discutere anche della questione di Torre Annunziata e degli interrogativi sulle possibili infiltrazioni camorristiche nella attività amministrativa locale. Acquisiti i pareri delle due Procure, ordinaria e antimafia, tutto ora è nelle mani del prefetto Francesco Antonio Musolino che redigerà la relazione finale da trasmettere al ministro dell’Interno Angelino Alfano. Tre le ipotesi in campo: archiviazione del caso, disposizione di prescrizioni, scioglimento del consiglio comunale. L’ultima parola, però, spetterà al ministro dell’Interno che non potrà non tener conto di quanto relazionato dal prefetto. Nel caso di situazione insanabile, sarà lo stesso ministro a proporre lo scioglimento del Comune al presidente della Repubblica, che emetterà il decreto di scioglimento, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, entro tre mesi a decorrere dalla presentazione della relazione del prefetto Musolino.