A cura della Redazione
Il bilancio di previsione 2012, approvato ad ottobre e quindi quasi paragonabile ad un bilancio consuntivo, risente molto della riduzione della spesa a causa del mancato rispetto del patto di stabilità nell’anno 2011. E’ un bilancio scarno di contenuti, privo di spese di investimento con l’obiettivo di rispettare quest’anno il patto di stabilità. Operazione difficile in termini di cassa, ma l’auspicio è che si possa riuscire per non penalizzare ulteriormente una città già allo stremo delle forze. Non dimentichiamoci che la perdita di importanti finanziamenti (bretella, riqualificazione del molo di ponente, prolungamento via dei Mille) ha contribuito al mancato rispetto del patto di stabilità. Un bilancio che non tiene in alcun modo conto del debito contratto dal Comune con la società Oplonti Multiservizi, quantificabile in circa 3 milioni di euro e 800 mila euro, considerato la mancata revisione prezzi, come previsto dagli accordi contrattuali, dal 2007 a tutt’oggi. La cosa che più sorprende è che lo stesso Ente di corso Vittorio Emanuele ha approvato il bilancio di previsione della società partecipata in cui è riportato il credito da essa vantato. Analizzando il bilancio di previsione, sollevo due obiezioni. La prima è che si poteva evitare di aumentare l’Imu per la casa principale del 2 per mille, con l’aliquota che passa dal 4 al 6 per mille. Infatti, bastava ridurre la spesa corrente di 200 mila euro, tanto si ricava dall’aumento dell’imposta, eliminando alcune spese per lo più superflue e sfruttando le economie che si sono avute dalla riduzione delle indennità di funzioni dei consiglieri e degli assessori. Un’altra obiezione è relativa alla tassa sui rifiuti (Tarsu). Da tempo giustamente si dice che la tariffa, tra le più alte dei Comuni della Campania, può essere abbassata solo se si verificano due condizioni: l’aumento della base imponibile, ossia più contribuenti sul fronte Tarsu, e una diminuzione dei costi alla discarica. Ebbene, negli ultimi tre anni il Comune ha incassato circa 2 milioni di euro derivanti dalla lotta all’evasione della tassa sui rifiuti e nel contempo ha raggiunto una discreta percentuale in termini di raccolta differenziata (60 per cento). E non mi risulta che nel frattempo siano aumentati i costi, visto che il contratto con la società Multiservizi è rimasto pressoché invariato nel tempo. E allora qual è la spiegazione per una mancata revisione al ribasso della tassa? ANTONIO GAGLIARDI (Dal settimanale TorreSette del 26 ottobre 2012)/i>