A cura della Redazione
Sede del Pd gremita, ieri sera, per la commemorazione di Raffaele Di Sarno, prematuramente scomparso poco più di un mese fa. Presenti i vertici del partito campano, Enzo Ammendola e Gino Cimmino, rispettivamente segretario regionale e provinciale del Pd. E poi l’on. Aldo Cennamo, l’on. Andrea Cozzolino, i consiglieri regionali Mario Casillo e Antonio Marciano, Giorgio Piccolo e Paolo Persico della segreteria regionale. In fondo alla sala, il sindaco Giosuè Starita e il suo vice Ciro Alfieri. Presente anche la famiglia Di Sarno, con la moglie e i due figli di Raffaele. E tantissimi amici e compagni, non solo del Partito Democratico. Tutti uniti intorno alla figura di un uomo che aveva un’alta concezione della politica e per la quale si è speso fino agli ultimi giorni della sua vita. Raffaele Ricciardi, della segreteria cittadina, ha ricordato le tappe della carriera politica di Di Sarno. Ne ha tessuto le lodi, pur non rinnegando momenti di frizione tra di loro. Ed ha proposto di intitolargli la sede del partito, “per mantenere sempre viva la memoria di un uomo a cui Torre Annunziata deve molto”. Piccolo e Persico, compagni di partito da una vita con Raffaele, hanno ricordato con voce rotta dall’emozione il loro grande amico, “un uomo di sinistra, quella vera, che non pensava mai a se stesso”. Il neo segretario provinciale Cimmino ha ricordato le lunghe chiacchierate avute con il suo amico e gli stimoli che riceveva da Raffaele per continuare nel suo impegno politico, nonostante le difficoltà a cui giornaliermente andava incontro. “Quando sono stato eletto è venuto a congratularsi con me dicendomi «Gino, finalmente uno di noi va ad occupare un posto importante». Ora bisogna riavviare il partito a Torre partendo dalle sue idee. Gli intitoleremo una sala riunioni presso la segreteria provinciale, affinché il suo esempio rimanga scolpito per sempre nella nostra memoria”. Per Amendola, Raffaele era una persona che andava subito al nocciolo della questione, senza fronzoli. “Non lo conoscevo da molto tempo – ha detto - ma ho sempre sentito parlare bene di lui”. “Io e Raffaele eravamo coetanei – ha esordito Andrea Cozzolino – e non mi sembra vero che ora lui non ci sia più. L’ho conosciuto nel febbraio del 1994 e tra di noi è nato un bel rapporto che è andato oltre la politica. Non ho mai fatto una scelta su Torre Annunziata senza il suo consenso; amava la sua città ed ha sempre anteposto gli interessi generali a quelli personali. Più volte l’ho sollecitato ad accettare incarichi sovracomunali ma lui ha sempre rifiutato perché le sue energie le voleva profondere per la sua terra”. In ultimo ha preso la parola la moglie di Raffaele. “Stasera ho fatto uno sforzo enorme a stare qui. La cosa che mi dà pace è che Raffaele ha fatto tutto ciò in cui credeva. In un mondo perfetto mio marito sarebbe stato un uomo perfetto. Ringrazio tutti voi per l’affetto che gli dimostrate, sono certa che dall’Aldilà lui ne andrà fiero”.