A cura della Redazione
Mercoledì 1 agosto, nel pieno della calura estiva, si svolgerà il prossimo Consiglio comunale. L’ordine del giorno prevede l’approvazione del bilancio consuntivo 2011; l’elezione dei componenti delle nove commissioni consiliari, sette ordinarie e due speciali; l’elezione dei cinque membri della commissione edilizia-ambientale; ed infine una sfilza di debiti fuori bilancio. L’atto di maggiore importanza è sicuramente l’approvazione del rendiconto 2011, che fotografa l’ultimo anno di gestione del quinquennio del sindaco Starita, quello in cui per la prima volta il comune di Torre Annunziata ha sforato il patto di stabilità. Senza volermi addentrare in questioni squisitamente tecniche, va sottolineato che il mancato rispetto di questo parametro comporta una serie di sanzioni per il nostro Ente. Innanzitutto la diminuzione dei trasferimenti correnti dello Stato nella misura del 3 per cento delle entrate correnti dell’ultimo consuntivo, ossia quello del 2011. Una “sanzione” di oltre 1 milione e 200 mila euro che peserà non poco in termini di programmazione economica. In secondo luogo, nel 2011 la spesa corrente non può superare la media della spesa delle ultime tre annualità, questo per mantenere sotto controllo la spesa pubblica. Ma i vincoli non finiscono qui. Le sanzioni, infatti, toccano anche gli investimenti perché non si può ricorrere a prestiti per finanziare opere pubbliche. C’è poi il divieto di assunzione di personale a qualsiasi titolo. Tramonta, almeno per quest’anno, quindi, la possibilità di mettere in pratica il concorso per l’assunzione di 12 vigili urbani a tempo determinato. Infine c’è la riduzione del 30 per cento delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori (sindaco, assessori e consiglieri), ma questo è l’aspetto meno preoccupante di tutta la vicenda. Ma perché non si è riusciti a conseguire l’obiettivo del rispetto del patto di stabilità? La risposta è semplice: ha inciso il pagamento delle opere programmate e realizzate negli anni precedenti che ha fatto aumentare la spesa, non compensato dagli incassi relativi ai prestiti (un esempio per tutti, la revoca del finanziamento regionale della bretella porto-autostrada di 3,8 milioni di euro). Il quesito che ci si pone ora è: si può rientrare dallo sforamento del patto di stabilità? Io credo che l’impresa sia abbastanza ardua ma possibile. Se si adottano politiche di riduzione della spesa corrente in modo drastico, eliminando sprechi e contraendo significativamente le spese non strumentali all’attività dell’Ente, allora ci saranno buone possibilità che l’obiettivo venga centrato. Ma se così non fosse, la situazione diventerebbe veramente critica. E non aiuta certamente la mancanza di un assessore autorevole con deleghe al Bilancio e alle Finanze, che sappia imporre le proprie decisioni agli altri assessori. A meno che il sindaco Starita, che ha avocato a sé queste deleghe, non segua pedissequamente quanto gli proporrà il dirigente dell’Ufficio finanziario, Nunzio Ariano, che sa bene il fatto suo in tema di spending review. ANTONIO GAGLIARDI da TorreSette del 20 luglio 2012