A cura della Redazione
«Il Partito Democratico non esercita più quel ruolo di guida politica che l’ha contraddistinto finora». Ad affermarlo su Metropolis è Ciro Portoghese (foto), consigliere comunale del Pd, molto vicino all’ex segretario del partito, Francesco Porcelli. Le accuse di Portoghese, l’unica voce critica, fino ad adesso, all’interno del Pd, non si ferma qui. «C’è la sensazione da parte del partito - prosegue Portoghese - di aver deposto le armi per quel che concerne il centrosinistra, non c’è alcun tentativo concreto per ricompattare la coalizione e questo non va bene». E Portoghese individua subito la motivazione che è all’origine della divisione del centrosinistra. «La spaccatura è dovuta - afferma il consigliere del Pd - alla decisione di dare potere ad una lista civica, Centro Comune, mettendo da parte i partiti di sinistra. Credo che ci sia stata troppa fretta nella scelta del leader della coalizione (Enzo Sica, ndr). Non si è dato il tempo necessario di un confronto agli altri partiti di sinistra, e questo ha portato, inevitabilmente, ad una forte rottura tutta a vantaggio, ovviamente, dei nostri avversari politici (il sindaco Giosuè Starita e la coalizione di centrodestra al governo della città, ndr)». Portoghese non è animato solo da uno spirito critico, ma anche da una grande tensione unitaria che lo spinge a proporre «una sola linea politica nel centrosinistra». E il suo grido di allarme è teso soprattutto a suscitare un dibattito all’interno del Pd, anche se «la cosa grave è che il partito non risponde». Ecco perché manifesta la sua amarezza. «Sto vivendo - dichiara Portoghese - una vera e propria sofferenza nel Pd per la situazione venutasi a creare. Sono stato in silenzio per alcuni mesi con la speranza che tutto rientrasse, invece di questo passo si rischia di sfasciare definitivamente il centrosinistra». E la sua delusione non è affatto personale perché, secondo lui, da questa situazione «nascono le difficoltà dei militanti che si ritrovano nel caos totale». In definitiva, la sua principale preoccupazione è rappresentata dal fatto che «c’è il forte rischio che il centrosinistra diventi soltanto un vecchio ricordo a Torre Annunziata». A questo punto l’interrogativo che ci poniamo è il seguente: quella di Portoghese è una voce isolata oppure è condivisa da tanti altri del Partito Democratico che, finora, come lui, sono stati in silenzio? Si aprirà un dibattito nel Pd che abbia come tema conduttore l’unità del centrosinistra e la scelta di un candidato sindaco che possa rappresentare la sintesi di questo schieramento, seppur allargato alle forze moderate? E i leader del partito, continueranno a sostenere questa linea politica che finora si è rivelata fallimentare, ed inizieranno un’autocritica che porti ad una rigenerazione del Pd? La soluzione del problema è nel ritorno alle origini, al ruolo guida che il Partito Democratico deve riconquistare sul campo per mettere fine alle divisioni (interne e con gli alleati storici) e lavorare seriamente alla costruzione unitaria di un forte schieramento in grado di opporsi validamente a quello capitanato da Starita. Perché se la situazione rimarrà quella attuale, ovvero un centrosinistra spaccato in due tronconi, da un lato il Pd, e dall’altro IdV, Sel e Federazione della Sinistra, le chances di vittoria al primo turno saranno molto basse. Allora occorre uno scatto di orgoglio da parte di tutto il centrosinistra, e in primis del Partito Democratico, affinché si ponga in primo piano la ricerca dell’unità perduta e si costruiscano le basi per un’alleanza politica e programmatica, guidata da un autorevole candidato sindaco, che riporti il centrosinistra al governo della città. Cancellando un’Amministrazione che si è caratterizzata per il ribaltamento della volontà popolare e per aver fatto perdere milioni di euro di finanziamenti per lo sviluppo. ANTONIO MARRAZZO (dal settimanale TorreSette del 17 febbraio 2012)