A cura della Redazione
Pubblichiamo la nota della dottoressa Licia Accardo (foto), componente della Commissione provinciale di garanzia del Partito Democratico di Napoli: Enormi e inumane tragedie attraversano la storia dei nostri giorni. L’uccisione a Gaza di Vittorio Arrigoni, un giovane volontario italiano che ha investito, con passione, i suoi anni migliori (gli anni in cui si coltiva l’amore, si costruiscono affetti e professioni) nella solidarietà attiva con il popolo palestinese. Fukushima, una tragedia (naturale) nella tragedia (nucleare), con un resoconto di vittime attuali e previsionali, superiori ad ogni aspettativa. La rivolta democratica nel mondo arabo, gli immensi flussi di migranti e un’Europa incapace di far fronte ad un fenomeno di cosi vasta portata. Ecco, questi sono alcuni, importanti eventi dei nostri giorni. Eppure sembriamo incapaci di reagire, di avere una posizione netta e decisa. Sembriamo incapaci e attoniti di fronte agli eventi incalzanti dei nostri giorni. Chi siamo e cosa vogliamo essere? In che modo vogliamo contrapporci al blocco sociale, culturale ed istituzionale imposto dalla tracotanza dal centro-destra? Non si sa! Possiamo consentirci un’ennesima vittoria della destra perché la sinistra non c’è? Le scelte compiute,ad esempio, per le liste elettorali del comune di Napoli o quelle realizzate nelle municipalità, hanno rivelato ancora l’adozione di vecchi schemi di suddivisioni tra componenti e caporalati. Dov’è il cambiamento? In che modo ci distinguiamo dall’oscurantismo clientelare del centro destra? Stessi meccanismi anche per le prossime elezioni nei territori della provincia? In assenza di regole vige la legge del più forte. Ciascuno tende a fare per sé. Vanno, invece, ripristinate regole a cui tutti possiamo fare riferimento. L’anomia promuove le logiche cannibaliche che non giovano all’esercizio democratico della rappresentanza sociale. Accompagniamo la denuncia con proposte di intervento mirate, costruttive, idonee a caratterizzarci ed identificarci per storia,contenuti e proposte. Trasformiamo le “canoniche campagne di ascolto”, in momenti nei quali i cittadini sono protagonisti di un percorso, di un progetto,di un’avventura. Usiamo la campagna elettorale come un mezzo di elaborazione politica, usiamo il candidato come strumento di rappresentanza della proposta politica. E basta con i “cacicchi” e i “capibastone”! Ci vuole coerenza per sconfiggere coloro che ancora comprano voti con 50 e 100 euro. Il “consenso acquistato”: e poi? La corruzione del consenso non produce ricadute d’investimento sul territorio. In una situazione in cui emerge la più drammatica desertificazione industriale e produttiva, cosa si offre per “il giorno dopo”? La promessa della promessa della promessa? Purtroppo, gli interessi si giocano tra pochi e ristretti gruppi, per fini speculativi, che non emancipano il territorio. Una dinamica che impedisce la crescita di tutta la comunità. Dobbiamo essere vigili. Pretendere una rigorosa coerenza tra gli obiettivi di programma e la responsabilità politica e sociale verso gli elettori che si rappresentano. Regole chiare. Ad esempio, pretendere un regolamento che impegna i candidati a non trasmigrare in coalizioni diverse, che nega candidature ai cittadini con giudizi pendenti benché non iscritti nel casellario giudiziario, che consenta di promuovere una classe dirigente competente, autorevole e credibile. La politica siamo NOI. Diventiamo protagonisti del “cambiamento” imponendo le “regole del gioco”. Non lasciamoci “abbindolare” da cene elettorali, ricchi premi e cotillon. Siamo alla deriva, con un altissimo tasso di inoccupazione e disoccupazione, inadeguatezza dei servizi, invivibilità, assoluta mancanza di promozione di politiche giovanili e culturali, un welfare ormai residuale e in affidamento clientelare, con “macchine comunali” inoperose e bloccate negli organigrammi. Rilanciamo la politica, quella fatta di proposte vere, vissuta da uomini e donne che ci mettono la faccia. Rilanciamo il territorio, tiriamolo fuori dal baratro delle mazzette e dei collusi dell’ultimora. Una volta per tutte facciamo: PUNTO e a CAPO. LICIA ACCARDO