A cura della Redazione
Pubblichiamo la lettera fattaci pervenire dal consigliere comunale di SEL Andrea Fiorillo. Una nota di riflessione. Non riusciamo a capire la reazione che Fiorillo, con tanti anni di militanza nel PCI prima, nel Pds poi, ed infine nei DS, abbia avuto nei confronti del segretario regionale di SEL Peppe De Cristoforo, reo di aver bocciato l´ipotesi di una giunta Starita che includa al suo interno un rappresentante di un partito di centrodestra (Noi Sud). Ecco il testo integrale della lettera: Dopo giorni di dichiarazioni di sedicenti dirigenti regionali, dopo gli interventi di presunti moralizzatori, l’unico risultato tangibile è l’enorme confusione creata attorno a tematiche che meriterebbero maggiore serietà. La crisi politica della consiliatura viene a cadere in uno dei periodi più difficili per Torre Annunziata, ripiegata su stessa per effetto di una crisi economica devastante, che si innesta su un tessuto sociale martoriato dalla camorra e dall’assenza di lavoro. Di fronte alle sfide di sopravvivenza democratica di questa città si staglia l’inadeguatezza politica e umana di quelli che dovrebbero essere gli “addetti ai lavori”. Il sottoscritto non deve ribadire di essere stato ed essere un uomo di sinistra, la storia personale e politica, l’impegno istituzionale anche di questi ultimi mesi, parlano da sé. La sinistra non può essere solo una parola, una mera petizione di principio, da utilizzare per le convenienze del caso, ma è una pratica personale e politica, di cui il sottoscritto in questi anni e in questi mesi si è fatto orgogliosamente interprete, insieme ad un gruppo di compagni, con cui in Sinistra Ecologia e Libertà ha condiviso una linea strategica limpida, che solo la malafede di qualcuno ha messo in discussione. Proprio per questo è maggiormente insultante che personaggi, campioni di trasformismo e incoerenza, si ergano a giudici, mettano il “bollino di sinistra” su fatti e persone senza averne i titoli, arrivando fino al punto di porre in essere atti di sfiducia istituzionale, passando sopra la decenza, il buon senso e le elementari regole della politica. Per altro verso, giovani compagni, che sono già vecchi come modo di concepire la politica, strumentalizzati nel gioco al massacro sulla legittimità a rappresentare SEL sul territorio, fantasticano, senza avere alcuna consapevolezza politica, di “linee” del partito. La verità è che quelle linee programmatiche largamente condivise sono state interpretate in maniera molto personale da qualcuno a livello locale a colpi di verbali e presunti impegni scritti e, cosa ancor più grave, si pretende che esse abbiano un’interpretazione autentica nelle chiuse stanze di qualche condominio di Napoli, scavalcando una normale dialettica di organismi legittimi, quali il direttivo cittadino di SEL, in cui c’è una maggioranza e una minoranza, come è stato chiaro anche dai risultati delle ultime elezioni regionali. Per questo motivo, mi stupisce che il compagno coordinatore regionale, che personalmente non ho mai visto e che, a quanto è dato sapere, l’ultima volta è stato a Torre Annunziata nel 2006 per la campagna elettorale per le politiche che lo vedeva candidato, pretenda di dettare indirizzi politici da Napoli al circolo cittadino, evidentemente imbeccato da qualche “velina” passatagli da quegli stessi soggetti, che, dopo essere stati emarginati negli anni scorsi sulla scena politica, oggi aspirano ad instaurare nel partito, a livello locale, un’inedita “dittatura della minoranza”, nascondendosi vigliaccamente dietro presunte direttive di organismi regionali. Del resto, quale credibilità può avere tal coordinatore regionale a Torre Annunziata? Da quale “cattedra” può impartire insegnamenti e censure, tanto da paventare provvedimenti “disciplinari” per chicchessia? Mentre il sottoscritto insieme ad altre compagne e compagni di SEL, a rappresentanti delle associazioni e dei sindacati, raccoglieva in città oltre 1500 firme per i tre referendum per l’acqua bene pubblico, quello stesso compagno, come si evince da alcune notizie di stampa, veniva nominato consigliere di amministrazione dell’ARIN spa, in dispregio di qualsiasi opportunità politica, mettendo alla berlina un intero partito e frustrando la generosità e l’impegno di tanti che credono in una battaglia di civiltà democratica. Tutto ciò, qualora avesse conferma, oltre a essere paradossale, delinea una concezione della politica come appropriazione, come primato delle oligarchie. Non è questo di cui ha bisogno Torre Annunziata, ma di senso di responsabilità, di misura e di concretezza. Le stesse che hanno indotto me e altri compagni a chiedere una svolta profonda nel governo della città e a manifestare la disponibilità a dare un contributo laddove vi fosse un rinnovamento dell’esecutivo. Questa è la sfida che abbiamo di fronte, una sfida della quale ci sentiamo responsabili e sulla quale offriamo piena disponibilità al Sindaco. Offrire questa disponibilità per noi significa anche individuare delle priorità. Degli interventi da compiere sul territorio in maniera prioritaria, al fine di segnalare una direzione di marcia e una vera volontà politica. ANDREA FIORILLO