A cura della Redazione
Una mossa indovinata, quella del sindaco Giosuè Starita, di presentarsi in Consiglio comunale senza aver ancora costituito la sua nuova giunta. In tal modo ha stemperato le tensioni e divisioni, che pur persistono, tra i due schieramenti contrapposti, quello che si richiama al centrosinistra puro e l’altro che, invece, vuole l’apertura a Noi Sud. E il risultato si è visto subito: ventiquattro consiglieri hanno votato a favore del bilancio di previsione, tre si sono astenuti mentre l’unico rappresentante del PdL si è espresso contro. Anche se il primo cittadino ha poi commesso l’errore di votare a favore di uno degli emendamenti, facendo venir meno il suo ruolo di arbitro che sta cercando faticosamente di conquistarsi sul campo. L’importante, però, è che il traguardo dell’approvazione del bilancio è stato raggiunto quasi all’unanimità, evitando, così, lo scoglio più grande sul quale poteva infrangersi la nave dell’Amministrazione. Ora la palla è di nuovo a centrocampo, e le due squadre che hanno diversità di obiettivi, sono pronte anche a scontrarsi, pur di segnare la rete decisiva a loro favore. La scelta più deleteria sarebbe sicuramente quella “muro contro muro”, rimanendo ognuna sulle proprie posizioni. Innanzitutto, il primo sforzo che dovrà essere fatto sarà quello di mettere da parte i risentimenti personali e di far spazio esclusivamente alla politica e al confronto di idee, senza pregiudizi e prevaricazioni. Ciò sarà possibile solo se i diversi partiti, gruppi ed esponenti, sapranno riconsocere oltre alle proprie ragioni anche gli errori commessi. E senza voler andare a ritroso nel tempo, al momento delle elezioni del 2007, il punto di partenza per una riflessione completa ed approfondita deve necessariamente partire dal documento politico-programmatico approvato dall’interpartitico il 31 luglio dell’anno scorso. Allora si stabilì che la giunta doveva far riferimento al centrosinistra e che con il Movimento per le Autonomie si manteneva un rapporto istituzionale, basato anche sul fatto che questo partito, e in precedenza l’Italia di Mezzo che ne era all’origine, aveva sempre appoggiato lealmente l’Amministrazione. Poi la situazione è precipitata a dicembre, con l’ingresso nell’esecutivo dell’MpA, una scelta autonoma del sindaco Starita, criticata anche da alcuni partiti di centrosinistra, ma assunta in un periodo in cui c’era l’assenza della direzione politica del maggior partito cittadino, il Pd. Quando, invece, è stato eletto segretario del partito Democratico, all’unanimità, Francesco Saverio Porcelli, il quadro politico-amministrativo, invece di stabilizzarsi, si è ulteriormente deteriorato e si sono verificate prima dimissioni e rientri nella squadra di governo di quattro assessori, e poi l’azzeramento totale della giunta. Due nuovi interpartitici, recentemente, hanno stabilito il ritorno al centrosinistra e, successivamente, in assenza di un accordo, la necessità di dar vita ad un esecutivo tecnico di area che, però, anch’esso non ha ottenuto il necessario sostegno numerico. Quindi, attualmente, dopo l’approvazione del bilancio il confronto dovrà essere riaperto per cercare di trovare una soluzione definitiva al problema della giunta. E per partire con il passo giusto bisogna che ognuno faccia la sua parte, iniziando dall’ammissione degli sbagli commessi. E’ stato un errore, per esempio, non invitare agli ultimi due interpartitici Noi Sud, se si ha ancora l’intenzione di avere, con questa forza politica, un rapporto istituzionale. Così come un analogo errore è stato compiuto dall’ApI nel non parteciparvi, in quanto parte integrante del centrosinistra, anche allo scopo di sostenere le proprie opinioni. Ma è all’interno del Pd che si evidenziano le note più contrastanti. Da un lato la minoranza rifiuta di confrontarsi con la maggioranza negli organismi dirigenti; dall’altro, il segretario cittadino, eletto all’unanimità, non sta svolgendo appieno il dovuto ruolo di mediazione tra le due anime del partito per trovare una sintesi unitaria. Se a tutto ciò si aggiungono le tensioni interne a Sinistra Ecologia e Libertà, tra i due consiglieri comunali che la rappresentano, il quadro politico diventa ancora più confuso e contraddittorio. L’Italia dei Valori sta cercando, in questa complicata situazione, di avvicinare tra loro i partiti del centrosinistra e i due schieramenti che all’interno di esso si contrappongono. Tuttavia, la sua opera di mediazione è molto ardua perché impedita da scontri personali più che politici all’interno del centrosinistra. I prossimi giorni saranno quindi determinanti per il futuro dell’Amministrazione. Se il primo cittadino dovesse decidere di rompere gli indugi e di schierarsi con una maggioranza numerica composta da ApI, dissidenti del Pd, Noi Sud, Udc e Udeur, con la presenza a titolo personale di qualche consigliere indipendente o di SEL, potrebbe sicuramente proseguire la sua navigazione ma in un mare tempestoso. Infatti, dovrebbe fare i conti sia con la fragilità intrinseca ad una maggioranza così eterogenea e sia con un’opposizione rappresentata dallo stesso partito a cui appartiene, il Pd, oltre che da IdV e SEL. Sconfessando, tra l’altro, il mandato ricevuto dagli elettori tre anni fa, che diedero una larghissima maggioranza al centrosinistra. Se, invece, come riteniamo, il primo cittadino continuerà con prudenza e saggezza sulla strada di una ritrovata intesa unitaria nel centrosinistra, slegandosi anche da logiche di gruppi interni ad esso, e appronterà una giunta che sia espressione della sua volontà di mettere in campo le migliori competenze, allora avrà saputo coniugare perfettamente coerenza ed efficienza. E, nel contempo, avrà mantenuto un solido rapporto istituzionale con Noi Sud. A quel punto ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte alla città, sapendo che l’ipotesi più sciagurata sarebbe quella di interrompere anticipatamente, per la seconda volta consecutiva, la legislatura. SALVATORE CARDONE (dal settimanale TorreSette del 2 luglio 2010)