A cura della Redazione
«Sono per l’azzeramento della giunta, per un rilancio vero e forte dell’amministrazione, che deve avere un esecutivo all’altezza della situazione con persone che esprimano elevate competenze». E’ questo il punto centrale dell’intervista a Vincenzo Ascione, presidente dell’Assemblea del Partito Democratico torrese. Eletto per la prima volta consigliere comunale del Pds nel 1995, è stato anche assessore con i sindaci Cucolo e Monaco e, per un breve periodo, prima delle elezioni politiche del 2008, ha ricoperto il ruolo di coordinatore dell’allora neonato Pd. Due anni fa lei è stato un convinto sostenitore di Walter Veltroni... «E’ vero, la sua elezione a segretario nazionale del Partito Democratico ha suscitato un grande entusiasmo, anche perché si è fatto promotore di un nuovo ed originale modo di fare politica, “una testa, un voto”, basato sul sistema bipolare e su un rapporto stretto con i cittadini. Ed i risultati si sono visti, soprattutto a livello di voto di opinione, con il Pd che alle Politiche a Torre ha raggiunto il 38-39 per cento delle preferenze». Veltroni era espressione di un forte spirito identitario ed unitario del partito? «Certamente, invece nella campagna elettorale per le Regionali di quest’anno si è visto poco il Pd e molto gruppi e gruppetti a sostegno di questo o quel candidato; sono mancate iniziative nei quartieri e nelle piazze e i risultati ci hanno consegnato un partito che ha perso 10 punti percentuali, attestandosi intorno al 28 per cento». Qual è la sua proposta politica, allora? «Rilanciare il Pd come autorevole guida del centrosinistra e riunire concretamente le varie culture socialiste, cattoliche, ambientaliste e riformiste che ne fanno parte. Il terzo polo, di ispirazione centrista, non può essere il futuro. Così come non lo può diventare il PdL con Stefano Caldoro, neo presidente della Regione Campania, che si è alleato con gli stessi personaggi che erano insieme ad Antonio Bassolino e che si sono dimostrati incapaci di governare la Sanità, di contenere il debito e di favorire un ciclo integrale dei rifiuti. Quindi, con il centrodestra una vera alternativa non c’è stata». Parliamo, ora, di Torre. Cosa fare? «Il primo obiettivo deve essere quello di sostenere fortemente il sindaco Giosuè Starita, di fargli concludere fino alla scadenza naturale il suo mandato, di rilanciare la giunta, come le ho detto all’inizio dell’intervista, di stabilire due o tre priorità amministrative. A cominiciare dalla realizzazione della Zona Franca Urbana e della bretella di collegamento porto-autostrada, che possono diventare un vero volàno di sviluppo per la nostra città. Così come è necessario recuperare il rapporto con il mare, riqualificando la fascia di costa. Logicamente, condizioni preliminari ed indispensabili sono la sicurezza, il contrasto alla criminalità e il disinquinamento del fiume Sarno. Per quanto riguarda il Pd, occorre rafforzarne l’identità e ristabilire un costante rapporto tra la nostra azione politica e le esigenze dei cittadini». E l’alleanza con MpA e Noi Sud? «A dicembre scorso, l’alleanza con l’MpA è stata una scelta anomala, anche in considerazione del fatto che si è schierata successivamente con il centrodestra anche alle Regionali, ma era allora necessario perché non c’erano i numeri per governare. In quanto alcuni consiglieri del Pd non sostenevano con convinzione l’amministrazione, o votando contro il bilancio o non condividendone la linea di azione. Tra l’altro, l’MpA è un partito moderato e localistico, che ha sempre appoggiato il sindaco Starita, il quale ha scelto la governabilità basata su una larga intesa che desse serenità al lavoro dell’esecutivo e, nel contempo, controllasse inevitabili fibrillazioni nel centrosinistra che avrebbero potuto indebolire l’azione amministrativa». E adesso, di fronte al documento approvato dal Pd e sostenuto dal segretario cittadino Francesco Porcelli, che propone il ritorno al centrosinistra puro, qual è la sua opinione? «Nel momento in cui si constata una maggiore sintonia ed omogeneità della coalizione di centrosinistra, bisogna salvaguardarla, ma nel contempo è necessario anche salvare la dignità di persone che appartengono all’MpA e a Noi Sud e che sono state sempre leali e corrette con l’amministrazione. Ecco perché il segretario regionale Enzo Amendola, di fronte ad una linea rigida del partito a Torre, sta cercando di “fermare le bocce” e di trovare una soluzione condivisa che non metta in difficoltà né il Pd né la stessa amministrazione comunale». Una considerazione a latere, quale valutazione dà della sua esperienza di amministratore? «Non esprimo giudizi su di me, ma posso dirle che nessun angolo della città è stato lasciato al caso sotto l’amministrazione Cucolo. Allora, la progettualità ha investito positivamente varie zone e molti dei progetti approntati all’epoca stanno trovando gradualmente una realizzazione, per esempio il raddoppio della linea ferroviaria Torre Annunziata-Castellammare di Stabia, l’allargamento di via Andolfi, la rete fognaria. Così come non bisogna perdere le opportunità di oggi. La Regione Campania, sulla scorta di fondi europei, ha messo a disposizione 100 milioni di euro per le città con popolazione inferiore ai 50mila abitanti e quindi non entrate nel programma “Più Europa”. Ventuno città, tra cui la nostra, dovranno presentare, entro il 15 luglio, progetti relativi al ciclo dei rifiuti, alla riqualificazione ambientale, alla linea di costa, alla mobilità, alla sicurezza, ecc., per poter partecipare a questo fondo “Jessica”. E’ una grande opportunità che non dobbiamo assolutamente perdere». SALVATORE CARDONE (dal settimanale TorreSette del 30 aprile 2010)