A cura della Redazione
Centro o non centro, questo è il problema! Da mesi la politica torrese discute sull’allargamento della maggioranza di centrosinistra all’MpA e all’UdC. Tale ipotesi sarebbe certamente auspicabile a livello nazionale, perché il centrosinistra per vincere ha bisogno di allargare la coalizione alternativa a quella del centrodestra. Tra l’altro come può un partito come il Movimento per le Autonomie, che si richiama al Sud, essere alleato con la Lega Nord? I loro obiettivi programmatici sono contrastanti. E, nel contempo, come può l’Unione di Centro schierarsi al fianco di Bossi quando i valori che sono alla base del partito di Casini confliggono fortemente con quelli della Lega? Quindi, se si trasferisse automaticamente questo ragionamento nella nostra città, non ci dovrebbe essere nessun ostacolo ad un’apertura all’MpA e all’UdC. Ma, purtroppo, non è così. Questi due partiti sono stati alternativi al centrosinistra alle comunali del 2007 (allora, in verità, non c’era ancora l’MpA a Torre, ma l’Italia di Mezzo che poi ne ha costituito il nucleo fondante) e alle provinciali del 2009. E non si sa ancora come si schiereranno alle regionali del 2010. E’ vero, però, che due anni fa l’IdM avrebbe voluto far parte dello schieramento di centrosinistra di Starita, ma è stato esclusa per motivi e calcoli puramente elettoralistici. Com’è altrettanto vero che, nonostante ciò, l’MpA si è comportato in modo responsabile, non facendo un’opposizione pregiudiziale ma anzi sostenendo quasi sempre il sindaco e firmando un “patto istituzionale” con i partiti del centrosinistra in appoggio al primo cittadino, anche se successivamente non l’ha ritenuto più valido. E non dimentichiamo che il centrosinistra ha attribuito la presidenza del consiglio a Raffaele Sentiero. E’ stata la prima volta, se non sbaglio, che questa carica istituzionale è stata assegnata ad un esponente della minoranza e ciò ha rappresentato, indubbiamente, un concreto riconoscimento al ruolo propositivo svolto da questo partito. E bisogna anche dire che Sentiero ha dimostrato capacità di equilibrio nel gestire questa importante carica. Lo stesso discorso vale anche per l’UdC. Gli interventi del suo capogruppo Domenico De Vito sulle questioni del lavoro e dello sport, sono stati sempre improntati a critiche il più delle volte costruttive, sollecitando ed incalzando l’amministrazione quando si registravano carenze o ritardi nell’azione di governo della città, oppure avanzando proposte utili ad affrontare le problematiche presenti in questi settori. E infine, fatto non trascurabile, sia l’UdC, che tre dei quattro consiglieri dell’MpA, hanno nel proprio DNA il centrosinistra. Infatti non dimentichiamo che De Vito e Filomena Iapicca sono stati eletti rispettivamente in Rifondazione e nella Margherita, ed anche Antonio Amura dell’MpA è stato eletto nel partito allora guidato da Rutelli. Così come Sentiero e Giaocchino Langella si sono candidati nel maggio 2007 alle comunali a Torre nello stesso mese in cui il loro leader nazionale, Marco Follini, fondatore dell’Italia di Mezzo, aderiva al comitato promotore del Partito Democratico. Anche se poi, successivamente, hanno deciso di seguire nell’MpA il loro referente politico campano, il deputato Antonio Milo, che poco tempo fa ha anche abbandonato questo partito. Per cui l’MpA torrese si trova, ora, a seguire Milo verso altre sponde. Fin quando non sapremo, quindi, quale scelta faranno l’UdC, l’MpA e il gruppo di Milo per le regionali dell’anno prossimo, non conosceremo il campo nel quale si saranno schierati, anche a Torre. Ecco perché parlare adesso di apertura a questi partiti di centro è ancora prematuro. Anche in considerazione del fatto che nel centrosinistra i pareri sono discordi tra chi vuole aprire subito (il Psdi), chi si è espresso favorevolmente solo a titolo personale (alcuni consiglieri del Pd) e chi preferisce aspettare il prossimo congresso del Partito Democratico per conoscere l’orientamento ufficiale su questa proposta politica (altri consiglieri del Pd). E chi, infine, punta prima a riunire il centrosinistra e poi eventualmente a discutere tutti insieme su questo allargamento al centro moderato (l’IdV). Insomma, affrettare i tempi significherebbe creare solo una gran confusione o favorire un’implosione nel centrosinistra, acuendo i contrasti sia nell’attuale maggioranza che sostiene il sindaco Starita che all’interno del Partito Democratico. Basterà aspettare appena qualche mese e il quadro politico complessivo sarà più chiaro. Solo allora potrà essere presa una decisione serena e definitiva, nell’interesse di tutti, su questa travagliata questione. In ogni caso l’obiettivo finale dovrà essere uno solo: rafforzare il sostegno al sindaco Starita e consentirgli di governare la città fino al termine del suo mandato, senza più tensioni e defezioni nella sua maggioranza, in modo che possa realizzare il programma per il quale ha ricevuto il consenso degli elettori. SALVATORE CARDONE (dal settimanale TorreSette del 20 novembre 2009)