A cura della Redazione
Di Paolo «rompe» con il sindaco Starita Gennaro Di Paolo sbatte la porta (del consiglio comunale) e va via! E’ stata questa la reazione del capogruppo di Alleanza Nazionale quando “il sindaco ha imposto e preteso, con ingiustificata urgenza, l’approvazione di una delibera - afferma il consigliere di A.N. - per vendere un elenco di immobili che non si possono vendere”. Ci può spiegare il perché di questa sua affermazione? «E’ molto semplice. Perché in quegli immobili si svolgono servizi pubblici essenziali e, quindi, non sono immediatamente alienabili». Qual era, allora, lo scopo di tanta urgenza, secondo lei? «Quello di mascherare, all’interno di un lungo elenco di immobili, qualcuno di essi che si vuole veramente vendere e che ha già un acquirente». A cosa si riferisce in particolare? «All’ex Fintecna, con al suo interno un capannone di ampie dimensioni, quell’area per la quale il Comune spese cinque miliardi di lire per acquistarla. Il sottoscritto, come si ricorderà, fece una battaglia di dura opposizione perché riteneva che quell’area doveva essere ceduta gratuitamente al nostro Comune». Cosa avrebbe dovuto fare, invece, il sindaco Starita? «Avrebbe dovuto accettare la richiesta, più che ragionevole, di approfondire l’argomento in una prossima seduta consiliare. Invece ha rifiutato questa proposta, condivisa anche da un partito della maggioranza, l’Italia dei Valori. Poiché non si è trattato certamente di un suo capriccio o di una leggerezza, ho il timore che il sindaco si stia incamminando, volente o nolente, su di una pessima strada». Ma qual è la sua preoccupazione? «Quella di veder delegato ad altri organi del Comune un potere che precise disposizioni di leggi in materia attribuiscono esclusivamente al consiglio comunale, l’unico organismo che può decidere se acquistare o vendere un immobile». Cosa intende fare, ora? «Farò il mio dovere di consigliere e di esponente dell’opposizione, visto che il sindaco ha preferito un’inevitabile rottura con me che gli ho fornito, finora, il più leale e disinteressato sostegno. ANTONIETTA GALISE