A cura della Redazione
Berlusconi: "Senato a Pd se a noi Quirinale" Per la seconda volta nel giro di quattro giorni Silvio Berlusconi chiama in causa il Quirinale. Ma stavolta non è per il voto. E´ per il dopo-voto: è a proposito della possibilità che la presidenza di una delle Camere possa venir data all´opposizione. Questa eventualità, precisa il Cavaliere in tv, potrebbe verificarsi solo "se fosse eletto un altro capo dello Stato nella nostra parte politica". In questo caso, che lui definisce subito una "ipotesi di scuola", riterrebbe "un dovere dare la seconda carica dello Stato, cioé la presidenza del Senato, ad un esponente di sinistra". Altrimenti non se ne parla perché, rincara la dose in serata, "i politologi inglesi sostengono che ci debba essere un sistema di pesi e contrappesi perché la sinistra, pur avendo pareggiato con noi e avendo vinto le elezioni con una serie di brogli, ha messo tutte le mani sulle istituzioni dello Stato". Giorgio Napolitano, ricorda infatti Berlusconi, "é stato eletto dalla sinistra". "Il nostro Paese, insomma - taglia corto - non è un regime di piena democrazia". Ce n´é a sufficienza per scatenare l´ennesima bagarre pre-elettorale. L´intero centrosinistra grida allo scandalo ed esprime solidarietà al presidente della Repubblica. Poi, come fa Walter Veltroni, critica il Cavaliere che così facendo "avvelena la vita democratica". Nel Pd, infatti, non sono pochi quelli che leggono nella frase di Berlusconi il tentativo neanche troppo velato di accreditarsi lui come successore di Napolitano: un incarico al quale, sostengono, starebbe aspirando da anni. Ma quello che non va, si osserva, è il modo in cui tratta le istituzioni, soprattutto alla vigilia del voto, come se fossero "una merce di scambio". L´ex premier però smentisce e precisa. Lui non ha "nessuna vocazione per il Quirinale". "Ho ricordato questa situazione - avverte - solo per dire che, se ci fosse anche la presidenza della Repubblica attribuita alla maggioranza, riterrei un dovere offrire la seconda istituzione dello Stato, la presidenza del Senato, all´opposizione, tutto qui". "Quello che sta capitando è tutto scritto", così Casini a Matrix in merito alle dichiarazioni di Berlusconi sul presidente Napolitano. "Fino a pochi mesi fa Berlusconi diceva di voler fare un governo con Veltroni, poi che non si poteva fare perché si era alleato con Di Pietro, poi ha detto che avrebbe dato la presidenza di una Camera all´opposizione, oggi dice che Napolitano si deve dimettere. Siamo alle comiche finali". Il Quirinale oppone un secco ´no comment´ alle parole di Berlusconi. Il muro del riserbo è invalicabile. Il silenzio conferma la decisione, presa all´inizio della campagna elettorale, di tacere. Stavolta non sarebbe seguita alcuna telefonata chiarificatrice ma solo una precisazione del Cavaliere che non ha certo migliorato la situazione con l´augurio di "lunga vita al presidente", che è suonato sinistro.