A cura della Redazione
Lunedì scorso è deceduto Luigi Matrone, 85 anni (classe 1923), sindaco di Torre Annunziata dal 1971 al 1975, nonché parlamentare (1977-1983). Matrone si candidò per la prima volta alle elezioni amministrative del 27 maggio 1956 nelle liste del PCI. E´ stato più volte consigliere comunale ed anche assessore ai Lavori Pubblici. L’ultima sua candidatura risale al 1981. Amico personale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del parlamentare torrese Angelo Abenante, faceva parte della corrente migliorista del PCI. Nel 1964 il comandante del Sifar, Giovanni De Lorenzo, ordì una trama per sovvertire l’ordine democratico in Italia, il cosiddetto Piano Solo. Vi furono centinaia di arresti in tutto il Paese, tra partigiani, intellettuali comunisti, sindacalisti, dirigenti di partito. Luigi Matrone era in quella lista, in compagnia di un altro torrese, il parlamentare Angelo Abenante. Entrambi furono rinchiusi nel carcere dell’Asinara. A distanza di anni, il far parte di quella lista, lo riempie di orgoglio. “Volete sapere - diceva con un sorriso - chi faceva parte di quella lista di sovversivi? C’erano Luciano Lama, Carlo Fermariello, Pier Paolo Pasolini, Abdon Alinovi, Gillo Pontecorvo e Angelo Abenante”. E con altrettanta punta di orgoglio ci spiega il motivo per il quale fu incarcerato: “A dire il vero non lo sapevo neanch’io - spiegava -. Quando ne chiesi il motivo un rappresentante delle forze dell’ordine mi rispose: «Non scherzate, Matrone. Ma avete idea di cosa avete creato nella vostra città? Basta un vostro fischio dal Comune e subito sobillate centinaia di persone». A quei tempi bastava poco per essere rinchiusi in carcere”. Un’altra battaglia condotta da Luigi Matrone fu quella susseguente alla chiusura di decine di pastifici, una vera sciagura per l’economia di Torre Annunziata. Quasi tutti gli industriali si dimostrarono incapaci di combattere la concorrenza e fallì perfino un tentativo di creare un consorzio grazie ad un disegno di legge presentato al Senato da Angelo Abenante. Furono anni di lotte aspre, che videro Luigi Matrone combattere in prima fila. Poi grazie alla collaborazione delle Istituzioni si riuscirono a portare a Torre circa mille posti di lavoro distribuiti tra Dalmine, Italtubi, Finsider, Lepetit (ora Novartis). Ci furono assunzioni anche allo Spolettificio, frutto di un lavoro di tutta la Commissione Difesa, di cui faceva parte anche Matrone, che fu molto propensa a trasferire a Torre la gran parte dei posti di lavoro non utilizzati dagli altri Enti militari d’Italia. Luigi Matrone fu un grande amico del presidente Napolitano, suo referente all’interno del partito. Ma conobbe anche Palmiro Togliatti nel lontano 1957, dopo che il partito dimezzò i suoi consensi elettorali. A chi gli domandava cos’era la politica, egli amava rispondere con tre parole: passione, onestà e fedeltà.