A cura della Redazione
Le linee programatiche presentate dal sindaco nella seduta del consiglio comunale di martedì scorso, hanno ottenuto il consenso di 20 consiglieri (5 dei DS, 7 della Margherita, 4 del Psdi, 2 dell’Italia dei Valori, 2 dell’IdM), mentre 5 hanno votato contro (1 AN, 1 FI, 1 Orgoglio e Dignità, 2 Gruppo Misto) e due si sono astenuti (Udeur). Dei partiti della maggioranza, l’unico intervento un po’ critico è venuto dell’Italia dei Valori, attraverso il suo capogruppo Antonio Gagliardi. In sostanza, pur condividendo il contenuto del documento presentato dal sindaco, i dipietristi l’hanno giudicato carente in alcuni punti. In particolare per quel che concerne le politiche abitative, il lavoro e lo sviluppo, la fiscalità locale. Ciò ha generato, però, la reazione di alcuni partiti della maggioranza, La Margherita e il Psdi, che non hanno condiviso l’intervento, ritenendolo più consono a quello di un partito dell’opposizione. Ma cosa ne pensa il diretto interessato? «Non voglio alimentare polemiche inutili, quel che conta è che l’Italia dei Valori ha votato a favore del documento del sindaco - risponde l’ex assessore». Già, però sembra che il primo cittadino non l’abbia presa poi tanto bene... «Se è così mi dispiace, ma la critica, seppur costruttiva, non era rivolta a lui; anzi al sindaco va la nostra piena fiducia. Noi lamentiamo il fatto che l’Italia dei Valori non ha potuto dare il suo contributo alla stesura del documento. Ora è inutile fare dietrologia e dire di chi è stata la colpa di questa défaillance; di certo, però, nel documento non c’era traccia alcuna delle nostre proposte. In consiglio comunale non ho fatto altro che sottolineare questo aspetto per poi passare ad enunciare i nostri intendimenti in tema di politiche abitative, di sviluppo e lavoro, di fiscalità locale. Lo scopo era quello di dare un significativo contributo programmatico del quale ci auguriamo si tenga conto nel prosieguo dell’attività amministrativa. Se questo è un intervento da opposizione...». Quali sono le proposte che avete presentato?«Per quanto attiene le politiche abitative, dismettere il patrimonio comunale (già deliberato nel lontano 2002) e, con il ricavato della vendita e con i fondi stanziati dal ministero delle infrastutture presieduto da Antonio Di Pietro, acquistare edifici fatiscenti sul territorio per destinarli a nuove abitazioni per le fasce più deboli. Con questa operazione si raggiungerebbero nel contempo due obiettivi: riqualificare urbanisticamente la città e venire incontro alle gravi esigenze abitative degli indigenti». E poi? «Per quanto riguarda il lavoro, defiscalizzare le aziende che investono sul nostro territorio, purché assumano quasi esclusivamente manodopera locale. E per quelle che già operano a Torre, ridurre le imposte in proporzione ai nuovi occupati. Per il commercio nella zona sud, invece, visti i buoni risultati ottenuti con i contributi a sostegno del canone di locazione (in otto anni, 109 nuove attività intraprese contro 11 chiusure) proponiamo di continuare su questa strada. Infine, visti i risultati positivi relativi alla lotta all’evasione fiscale, ridurre le imposte a partire dall’Ici, ponendosi come obiettivo la riduzione dell’aliquota al 4 per mille entro la fine della consiliatura». SALVATORE CARDONE