A cura della Redazione
Oramai i grandi progetti in Campania (e nello specifico a Pompei) servono per mettere in moto ingenti risorse finanziarie con tutto quello che ciò comporta in termini di appalti, occupazione e sviluppo del territorio. Il problema da risolvere (che per il fiume Sarno, a ben vedere, è rappresentato dalla bonifica ed il dragaggio del corso d’acqua, iniziative che sarebbero la chiave di volta per un processo virtuoso che porterebbe, insieme alla bonifica, la soluzione all´assetto idrogeologico dell´eco-sistema) è quello di conferire priorità alle esigenze concrete del territorio. Non è facile. Per fare questo bisogna scontrarsi tutti i giorni con privilegi ed i poteri consolidati. In questa battaglia è determinate la scelta dei sindaci nel capeggiare la presa di coscienza. Per quanto riguarda il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, è il caso tipico di chi si rigira tra le mani il fatidico teschio amletico prima di assumere la decisione definitiva. Uliano ha suscitato l´ira dell’assessore regionale Eduardo Cosenza che lo ha trovato contraddittorio, perché in un primo momento sarebbe stato favorevole al progetto della seconda foce, e successivamente si sarebbe dichiarato contrario per interposta persona. Inizialmente, il sindaco di Pompei avrebbe giustificato la sua indecisione sulla base della recente elezione. Ora che le elezioni sono passate, lui ha avuto tutto il tempo per fare i compiti a casa. I comitati di cittadini si augurano di averlo in prima fila nelle loro manifestazioni. Nessuno indossa la fascia tricolore come lui. La storia dei lavori pubblici per il Grande Progetto Sarno parte dal luglio 2013, quando, dopo anni di silenzio, il progetto di mitigazione del rischio idraulico del bacino idrografico del fiume ha messo in agitazione comunità civili legate al territorio per contrastare opere altamente impattanti, che in Regione vorrebbero realizzare con la dote di 217 milioni di euro (in parte fondi europei in altra parte regionali). Nell’ultima conferenza di servizi, l’assessore Cosenza ha spiegato che la maggior parte dei soldi sarà spesa per dragare il letto del corso d´acqua, data l’alta concentrazione di metalli pesanti e altri inquinanti che si sono sedimentati sul suo fondale. Se le cose stanno così, arriverà su questa tesi il consenso della popolazione residente sul corso del Sarno, compresi i pompeiani della via Ripuaria che hanno portato una esponente storica (Santa Cascone) alla collaborazione diretta con il sindaco Uliano. La richiesta unitaria dei residenti che vivono lungo la sponda del fiume Sarno è che esso deve essere dragato e bonificato. Al contrario, è stato notato che Arcadis (l´Agenzia regionale per la Difesa del Suolo, che cura il Grande Progetto) punta all’acquisizione del consenso sulle vasche di laminazione e di espansione che serviranno per raccogliere le acque del fiume in caso di piene. I sindaci di Poggiomarino, Striano, Nocera Inferiore chiedono altro tempo per gli approfondimenti. Insieme a loro si è schierato il presidente del Parco Regionale del Fiume Sarno, Massimiliano Mercede, che rivendica, a giusto titolo, un ruolo centrale dell’Ente Parco nella valutazione della compatibilità ambientale del Grande Progetto. E’ una tematica rispetto alla quale il sindaco di Pompei deve sciogliere le riserve, considerato che tra le associazioni di tutela del territorio contro questa pratica scellerata degli ultimi anni degli Enti regionali, c’è anche quella che fa capo alla sua super assessora pompeiana Santa Cascone. L’istanza parte da Virginia La Mura, portavoce del Comitato Gente del Sarno, nonché candidata alle elezioni regionali per il M5S. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2