A cura della Redazione
Libera, l’associazione delle associazioni, oltre 1.500, di don Luigi Ciotti approda a Torre Annunziata con un enorme carico di problematiche da affrontare, di parole da scrivere, di comportamenti da tenere, di entusiasmo da trasmettere. Il Presidio torrese è intitolato a Raffaele Pastore e Luigi Staiano, trucidati per aver coraggiosamente negato il pizzo agli estorsori. La scelta dei nomi, che comunque accomuna tutte le nostre vittime innocenti della criminalità, pone l’accento sul primo obiettivo da perseguire: lo sviluppo economico e sociale della città, soffocato dalla sanguinaria ed usuraria oppressione camorristica. Nell’era tecnologica senza solide basi finanziarie si può solo regredire nel malessere materiale e spirituale. Il sodalizio sarà inaugurato domenica 23 novembre, alle ore 11.00, nella sede di via Gambardella n. 16, con l’intervento dei referenti, regionale e provinciale, Fabio Giuliani e Antonio D’Amore. È simbolica anche la data, l’anniversario dell’atroce esecuzione di Lello Pastore. Negli ultimi venti anni si è manifestata in maniera crescente l’avversione della popolazione alla delinquenza: politici, pochi, associazioni, tante, studenti, tantissimi, hanno sottoscritto documenti, hanno sfilato in cortei, hanno pregato in veglie, hanno depositato esposti e denunce; in maniera disorganica però! Con Libera può iniziare un cammino, lungo e difficile, di articolazione unitaria per ridurre, fino ad eliminare, la camorra. Sono caduti imperi grandi quasi quanto il mondo, si estingueranno anche i rissosi regnetti dei clan! L’azione si snoderà nel restringere gli spazi di clientelismo e corruzione fino alla malavita cruenta. Quest’ultima non attecchirebbe senza il substrato clientelare e corrotto. I tre fenomeni vanno essiccati insieme, altrimenti l’uno può ridare linfa agli altri. Cruciale anche l’impegno a circoscrivere la povertà, aiutando le famiglie disagiate ad avere un’esistenza libera e dignitosa, come prescrive l’articolo 36 della Costituzione Non sappiamo se ce la faremo, né siamo ottimisti, ma ci incoraggia la speranza! La speranza di rendere l’antimafia sociale più organizzata della criminalità, con idee più forti delle armi, con i cuori più efficaci delle pance; un soggetto compatto nella libertà, unito nella diversità, raccolto eppure diffuso in tutte le forme di presenza ed espressione. Libera è il passaggio dall’io al noi. “Da soli si perde. Insieme si può vincere”, ammonisce don Luigi Ciotti. COMUNICATO