A cura della Redazione
Due serbatoi di gasolio all’interno dell’area portuale in aggiunta a quelli già esistenti. E’ l’argomento che sta tenendo banco in questi giorni in città, con prese di posizioni di forze politiche, come il Movimento 5 Stelle, ma anche della Commissione consiliare per l’attuazione del programma, che ha programmato una serie di incontri tecnici per vederci chiaro su questa vicenda. Per il Meet Up 5 Stelle, fortemente critico sulla realizzazione dei due serbatoi: “Torre Annunziata sta per diventare la discarica della Campania, altro che sviluppo turistico”. E giù con una serie di pesanti accuse nei confronti dell’Amministrazione comunale, rea di non aver a cuore il futuro della città. Ma come stanno veramente le cose? All’interno dell’area portuale di Torre Annunziata opera sin dal 1987 la Isecold, una delle tre società che fanno capo al “Gruppo Rocco”, che gestisce un deposito costiero per lo stoccaggio di prodotti petrolchimici. La società nel 2007 presentò all’Ufficio Demanio della Regione Campania un progetto che andava ad armonizzare l’attività esistente, con la richiesta di acquisizione di ulteriori 10 mila metri quadrati di suolo, una buona parte dei quali destinati a verde. Esso prevedeva l’abbattimento dell’attuale palazzina-uffici e la sua ricostruzione in un’area attigua, mentre nell’area lasciata libera trovavano posto i due serbatoi di gasolio. Tuttavia la nuova volumetria, in mancanza di un piano attuativo dell’area portuale, non fu approvata dalla Commissione edilizia integrata del Comune, che invece diede il parere favorevole alla realizzazione dei due serbatoi in quanto la legge li considerava “volumi tecnici”. Competenza della Commissione è stata anche la verifica del rispetto dei parametri paesaggistici. Anche la Soprintendenza dei Beni Ambientali e Paesaggistici di Napoli espresse al riguardo il suo parere favorevole. «Dal punto di vista urbanistico - afferma un tecnico comunale - il nostro porto è regolato dal piano portuale del 1962, mentre attualmente vige il piano paesistico del 1996. Il progetto del nuovo piano portuale urbanistico approvato dal Consiglio comunale nel 2002, prevedeva la realizzazione di ulteriori tre darsene, oltre a quella attuale. Un’area destinata al commercio, una alla pesca, una al diportismo e un’ultima turistico-croceristica. Ma tale piano non fu mai preso in considerazione dalla Regione Campania. E neppure il piano attuativo paesaggistico-ambientale dell’area portuale, che contemplava la realizzazione del mercato ittico ed il project financing dell’ex Lido Santa Lucia, è stato mai approvato dalla Regione». Un’ultima considerazione. Da più parti è stato sollevato il dubbio che la vicinanza dei serbatoi all’area mercatale di proprietà del Comune, potrebbe rendere inutilizzabile tale spazio. Anche in questo caso la risposta dei tecnici è stata lapidaria: «Se il problema non esisteva prima, al momento dell’acquisizione da parte del Comune dell’area delle Ferrovie dello Stato, a maggior ragione non sussiste oggi in quanto i nuovi serbatoi saranno realizzati a ridosso di quelli esistenti, distanti dall’area in questione». «Quando inizieranno i lavori - afferma l’assessore all’Urbanistica Raffaella Celone - saremo vigili affinche vengano rispettate le norme di sicurezza e di tutela ambientale». ENZA PERNA