A cura della Redazione
Il dott. Nazario Matachione, imprenditore farmaceutico in carcere da qualche mese per presunta corruzione, ha ottenuto gli arresti domiciliari in seguito all’istanza presentata dalla difesa sostenuta dall’avvocato Elio D’Aquino. La difesa già davanti al Tribunale del Riesame aveva eccepito la non corretta qualificazione giuridica del fatto. «Abbiamo ritenuto, infatti - ha dichiarato l´avvocato difensore D´Aquino -, che la vicenda si colloca non nei fatti perseguiti ex art 319 del codice penale (corruzione propria per atti contrari ai doveri d’ufficio), ma nel 318 del c.p. (corruzione per asservimento del pubblico ufficiale al privato). La differenza è che in quest’ultimo caso - continua D´Aquino - non vengono contestati atti contrari ai doveri d’ufficio e la pena è assolutamente contenuta in limiti edittali minori, ma soprattutto questa tipologia di reato non prevede gli arresti in carcere. Una recentissima sentenza della Cassazione, individuata con assoluta tempestività dalla difesa, ha ben chiarito la linea di demarcazione tra le due fattispecie di reato e pertanto, sulla scorta di una istanza presentata dalla difesa - conclude l´avvocato -, il Giudice, con onestà intellettuale, ne ha preso atto, e ha concesso al Matachione gli arresti domiciliari». Una notizia, quella della scarcerazione di Matachione, accolta con favore da tutte quelle persone che ritenevano che la detenzione in carcere dell´imprenditore farmaceutico fosse sproporzionata rispetto al presunto reato commesso. Gli arresti domiciliari nella sua dimora napoletana rappresentano, quindi, un atto di clemenza nei confronti di un uomo che, seppur ha commesso qualche errore (ma questo lo stabiliranno i giudici), nella sua vita ha anche fatto cose buone, soprattutto dando lavoro ad oltre un centinaio di persone nelle sue farmacie.