A cura della Redazione
«Vogliamo giustizia!». Questo il grido lanciato alla manifestazione svoltasi stamani dai parenti e amici di Tommasina De Laurentiis ed Eleonora Sacco. Un corteo che è partito dal cimitero di Torre Annunziata e giunto sul luogo dove tutto è cominciato (e finito), l’ospedale S. Anna e Maria SS. della Neve di Boscotrecase. Poche le persone presenti, ma hanno ugualmente reso l’idea di ciò che vogliono, “verità e giustizia per i loro angeli”. Striscioni, cartelloni e magliette ritraevano i volti delle due venticinquenni, morte nel 2013 al nosocomio di via Lenze. «Non ci arrendiamo - afferma la zia di Eleonora - chiediamo l’aiuto delle istituzioni locali, i sindaci dei paesi vesuviani devono aiutarci affinché si faccia chiarezza su queste morti assurde». Sul caso di Tommasina l’inchiesta è ancora ferma, rischiando così la prescrizione. «Puliamo questo edificio dagli incompetenti», grida Francesca, l’amica di sempre di Tommasina. I parenti di Eleonora Sacco, invece chiedono sostegno. «Non abbiamo la possibilità economica per riesumare il corpo di Ele - dice Giusi, cugina della giovane -. Per questo chiediamo a chi ci ascolta di sostenerci a far luce sul decesso di Eleonora, perché anche lei merita giustizia». Commozione e urla di disperazione dei familiari ed amici hanno fatto da colonna sonora durante tutto il percorso. Arrivati all’entrata dell’ospedale, il corteo si è fermato. Hanno urlato, hanno elencato tutti i nomi delle vittime morte in quella struttura. Dalla porta dell’ospedale nessun camice bianco è uscito. Solo spettatori dai balconi che guardavano incuriositi quei volti disperati. ENZA PERNA