A cura della Redazione
Raimondo Sorrentino è stato eletto con nove voti presidente del consiglio comunale di Pompei. Tre preferenze le ha conseguite Raffaele De Gennaro della lista civica di maggioranza “Progetto Democratico”. Cinque voti sono andati a Maria Padulosi della minoranza, che nella tornata successiva è stata eletta vicepresidente all’unanimità. Un risultato che da un punto di vista strettamente personale avrà fatto molto piacere al sindaco Ferdinando Uliano, perché Sorrentino è uno degli amici più fidati nella compagine di maggioranza (uno di quelli del Forum delle Associazioni per intenderci). Mentre non sarà garbata al primo cittadino la svolta politica che ha portato alla sua elezione. Come spiegano i numeri meglio delle parole, la maggioranza si è spaccata. Se può consolare Uliano e compagni, si è divisa pure la minoranza. Anzi, in questo secondo caso non si conosce il nome del franco tiratore. E’ finita che l’elezione di Sorrentino è stata accolta da grida di protesta con abbandono dell’aula da parte del pubblico capeggiato dalla “pasionaria” Santa Cascone. Gente di periferia furibonda per la mancata elezione di De Gennaro. La maggioranza aveva tentato fin che è stato possibile di celare la difficoltà di trovare una scelta unanime sul nome migliore per la presidenza dell’assemblea dei consiglieri. I due contendenti in lizza erano Robetti e De Gennaro. I loro nomi hanno diviso la base dei consiglieri, che ha tentato la mediazione con un outsider (che ha anche i crismi della provvisorietà). E’ stata scelta, in ogni caso, una persona perbene. Un uomo del sindaco, giovane e fuori da tatticismi do bottega. Una figura che poteva essere accettata dai tre consiglieri dell’area sud di Pompei, che sono ostinatamente rimasti fermi sulla loro posizione rischiando lo strappo finale. L’ultimo tentativo è stato di Roberti, che ha chiesto la sospensione dei lavori per un tentativo in extremis. Immediato l’intervento di Bartolo Martire (Democratici Riformisti): “Perché non chiarirsi davanti ai cittadini?”. Posizione che lo stesso Uliano ha dimostrato di apprezzare nel suo intervento, perché sono rimasti oscuri ai cittadini (straripanti nell’aula) i motivi della divisione così radicale in maggioranza. Ancora più grave è stato (dal punto di vista della trasparenza) il voto segreto nell’urna che si è sommato alla maggioranza-Uliano rimasta in campo. Si profilano i lineamenti di un’amministrazione caratterizzata dalla diversità. Avrà il sindaco di Pompei la capacità giusta di mediare? Tutto qui è il futuro descritto dalle prime mosse di ieri (21 luglio) mentre sono venuti fuori i caratteri dei consiglieri da interventi di diverso tenore. Alcuni più pacati come quelli dei “cugini gemelli” Gallo – Martire. Altri più impetuosi come quello di Attilio Malafronte, che ha esordito da “consigliere anziano” nel disciplinare i lavori d’assise. Successivamente ha approfittato del cambio di poltrona con il neo presidente Sorrentino, visibilmente emozionato, per attaccare il primo cittadino con una raffica di bordate: prima sulla legalità violata, successivamente per le spese esose per lo staff (lui che era partito eliminando le auto blu). Ha concluso criticando le nomine di assessori e collaboratori di altri paesi, concludendo con un’accorata difesa. “Sindaco lasci stare le bandiere in piazza Bartolo Longo”. Forse l’unica cosa che ha apprezzato dell’amministrazione uscente di cui ha fatto parte ma nella quale, diversamente da ieri, non si è quasi mai fatto sentire. Alla fine il pubblico ha apprezzato il garbo dell’intervento di Gallo, massimo contendente di Uliano alla poltrona di primo cittadino. Ha promesso lealtà e collaborazione, se potrà tornare utile a Pompei, chiedendo in cambio l’onore delle armi per i suoi elettori, vale a dire il rispetto democratico. Ha stigmatizzato gli interventi anonimi di sciacalli che su Facebook infangano il buon nome di Pompei. “Noi, ora che quelle note anonime sono contro di voi, le denunciamo – ha detto rivolto ad Uliano –. Ci dispiace che non vi siete comportati allo stesso modo riguardo al fango che è stato lanciato impunemente contro di noi”. MARIO CARDONE Twitter: @mariocardone2