A cura della Redazione
E’ morto il dottor Luigi Pagano, per una vita medico chirurgo e cardiologo all’Ospedale di Torre Annunziata dove ha chiuso la sua carriera guidando il Pronto Soccorso, dopo aver vissuto una ricchissima esperienza all’Ospedale di Cingoli, in provincia di Macerata. Lascia la moglie Marinella, le figlie Teresa ed Emilia, il fratello Giovanni. Lo studio l’aveva allestito ancor prima che la laurea certificasse il suo status di medico, e il dettaglio indica la passione e la vocazione che muovevano Gigino Pagano verso il suo lavoro di medico, portato avanti per mezzo secolo, consegnandosi al servizio pubblico quando tutti pensavano alla libera professione. Una scelta controcorrente della quale, mi confessò, non si sarebbe mai pentito. L’ambulatorio andò in funzione subito dopo l’esame di stato e per me bambino era un mondo affascinante, non solo per gli strumenti indispensabili all’esame clinico, ma per la trasformazione che il dottore subiva in quelle stanze. Massimo rigore e una serietà applicata anche al più stupido raffreddore. Era al piano terra, appena all’ingresso del viale che portava alla casa paterna, Villa Pagano, più che una residenza spesso somigliava a un circolo del libero pensiero. A quel luogo sono legati i miei primi ricordi coscienti, il Dottore era parte fondante di quel mondo, insieme al padre, il Professore. Che coppia: tanto diversi dall’assomigliarsi sempre di più. Lo notai una delle ultime volte che riuscimmo a incrociarci, io e Gigino: era la mia memoria storica, il pozzo al quale attingere per far rivivere un passato irripetibile. Ricordava dettagli di fatti e persone, la sua indagine su quanto Torre Annunziata ha vissuto in questo lunghissimo tempo era sempre originale nell’approccio, più o meno come le sue diagnosi. E’ stato tra quanti hanno dovuto lasciare la propria città per trovare affermazione: scelse Cingoli, nelle Marche, una regione giovane, nella quale formare la sua famiglia, con la moglie Marinella e le figlie Teresa ed Emilia. L’ambiente ideale per farsi apprezzare, preparando il ritorno a Torre che per lui è stata sempre un’idea fissa, al di là delle parole. Come un’idea fissa è stata quella di lavorare nel nuovo ospedale, ma la pensione per lui è arrivata prima della soffertissima inaugurazione. Guidare il Pronto Soccorso nella vecchia struttura di Piazza Cesaro è stata una di quelle prove alle quali la vita ti sottopone per saggiarti: l’esame lo ha sempre superato a pieni voti. E’ stato battuto dall’impotenza di cui la medicina ancora soffre davanti al Male. Ma tu, dottore, mentre attrezzavi il piccolo studio di via Gambardella, avevi messo in conto anche questo. Purtroppo. MASSIMO CORCIONE