A cura della Redazione
Sono le nuove piazze, luoghi non virtuali, ma ugualmente poco naturali, dove ormai ci si incontra come un tempo accadeva al bar del corso. Per fortuna da noi ancora accade, ma la tentazione a disertare i vecchi punti d’appuntamento è forte e forse anche inevitabile: i centri commerciali rappresentano la sintesi perfetta per chi ama lo shopping, tutto è concentrato e la scelta è libertà assoluta, condizionata solo dalla velocità con cui passano le mode. Nell’area dell’ex Cittàmercato il tempo delle adunate del sabato pomeriggio è finito, sostituito dalle trasferte alla Cartiera, la nuova meta a sua volta incalzata dal villaggio costruito intorno a Leroy Merlin (che aprirà ufficialmente il 27 maggio) e ancora in fase di rifinitura. Il dibattito se sia meglio (e più conveniente) affidarsi al vecchio struscio cittadino oppure puntare sulla concorrenza programmata della nuova piazza può diventare eterno senza che ci siano né vincitori né vinti. Anche l’illusione che le strutture superconcentrate portino nuovi posti di lavoro da destinare ai più giovani, si è rivelata poco meno di un miraggio, mentre è incontestabile il numero di chiusure di vecchi negozi nelle aree cittadine. I commercianti sono solo vittime della crisi economica nazionale o sono i grandi sconfitti dei prezzi che solo la grande distribuzione (che si serve pure dell’impalpabile web) può garantire? È l’altro tema sul quale mai verrà pronunciata la parola definitiva. Non resta che dividersi tra il più antico e rassicurante rapporto personale con il padrone che esalta la propria merce e l’algida assistenza di commesse (e commessi) con facce che sembrano strappate a una fiction televisiva. Alla fine decide la pancia: non comprereste mai da chi non ispira fiducia, anche se dovesse offrire gratis i propri prodotti. Gli americani, sempre più concreti, condizionano perfino la scelta del presidente dello stato più potente del mondo a una domandina semplice semplice. I più autorevoli anchorman tv, aprendo i talk show in campagna elettorale, chiedono mostrando le foto dei candidati alla Casa Bianca: comprereste un’auto usata da un tipo così? Come a dire: non c’è nessuno che debba conquistare la nostra massima fiducia più di un venditore. Provate a ripetere l’esperimento con chi prova a vendervi qualcosa e vedete l’effetto che fa. Magari funziona anche con i politici che - nelle vecchie piazze come nelle nuove - tra pochi giorni ci chiederanno un voto. MASSIMO CORCIONE